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Che cosa lega all’Italia le idee di Macron sulla contrattazione aziendale

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La possibile elezione di Emmanuel Macron confermerebbe la innovativa legislazione dell’economia e del lavoro che costituisce uno dei pochi meriti del governo Hollande. In particolare, la loi travail ha introdotto il fondamentale enzima del nuovo diritto del lavoro: il rovesciamento della gerarchia delle fonti.

Riproducendo sostanzialmente il nostro articolo 8 della manovra 2011, la riforma francese ha consentito alla contrattazione aziendale di regolare i rapporti di lavoro entro una cornice di diritti e principi inderogabili. In questo modo è stato messo in discussione lo stesso tabù delle 35 ore. Entro il 2018, sulla base del rapporto Badinter (già ministro di Mitterand), potrebbe ora essere redatto una sorta di “Statuto dei Lavori” fondato sul criterio “meno legge, più contratto”.

Se alla legislazione italiana e francese aggiungiamo quella tedesca introdotta dal pacchetto Hartz, potremmo finalmente assistere ad un convergente superamento in Europa del vecchio, rigido e pesante diritto del lavoro prodotto dalla seconda rivoluzione industriale in favore delle relazioni adattive di prossimità. Là dove, guardandosi negli occhi e lontano dalle astrazioni, lavoratori e imprenditori individuano i modi per adattarsi e condividere le fatiche e i risultati dei nuovi percorsi dell’impresa.

Maurizio Sacconi



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