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Ecco come alcune Ong ostacolano i rimpatri. Il rapporto segreto di Frontex

E’ in un rapporto di Frontex svelato dal Corriere della Sera oggi che ci sono gli elementi di una ipotetica connessione in alcuni casi tra taluni interventi di Ong e trafficanti di uomini dalla Libia. Gli elementi si compongono di vari aspetti. Ecco i passi salienti del rapporto dell’autorità europea di frontiera come emergono dall’articolo di Fiorenza Sarzanini (nella foto), giornalista del Corriere della Sera.

LE AMBIGUITA’

Si infittiscono dunque le ambiguità di alcune organizzazioni non governative che prestano soccorso nel Mediterraneo ai migranti, come ha ribadito ieri nel corso di un’audizione in Senato il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro (qui l’approfondimento di Formiche.net a cura di Stefano Vespa) che si è lasciato comunque andare a valutazioni politiche che non gli spetterebbero, come ha sottolineato l’editorialista Francesco Damato su Formiche.net. Ma vediamo cosa dice il rapporto segreto di Frontex svelato dal quotidiano milanese diretto da Luciano Fontana.

IL REPORT DI FRONTEX

«Nel 90 per cento dei salvataggi eseguiti dalle navi delle Organizzazioni non governative nel 2017, le imbarcazioni coinvolte sono state individuate direttamente dalle Ong e soltanto in seguito è stata data comunicazione al centro operativo della Guardia costiera a Roma». È questa una delle accuse contenute nel rapporto riservato di Frontex su cui sta indagando il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro. L’ipotesi – scrive il Corsera – è che siano le Ong ad andare a cercare i migranti prima che sia partita una richiesta d’aiuto. Le 20 pagine, allegate al dossier principale, si concentrano sull’attività svolta nel Mediterraneo da 8 navi «private»: «Sono i trafficanti che operano in Libia e la Guardia costiera operativa nell’area di Sabrata e di Az Zawiya a contattare direttamente le navi delle Ong che operano vicino alle acque territoriali libiche». Le associazioni hanno già respinto come «infamie» le contestazioni dell’organismo dell’Ue specificando di avere «come unico obiettivo il salvataggio di vite umane».

COSA SI LEGGE NEL DOCUMENTO

Gli analisti di Frontex hanno esaminato le rotte seguite nel 2017 e si sono soffermati sulle modalità di avvicinamento alle acque libiche monitorando in particolare il periodo che va dal 13 al 27 marzo 2017, sottolinea Sarzanini. Ma hanno utilizzato anche «le informazioni provenienti dagli interrogatori dei migranti appena sbarcati, i report provenienti dagli apparati di intelligence di alcuni Stati». E sostengono che proprio in quell’arco di tempo «prima e durante le operazioni di salvataggio, alcune Ong hanno spento i transponder per parecchio tempo». In un’inchiesta parallela della Procura di Trapani un’altra Ong sarebbe indagata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

LE ACCUSE DI FRONTEX

Sarzanini riporta quelle che definisce le accuse di Frontex: «Il 18 febbraio scorso due mezzi veloci della Golfo Azzurro (della ong Open Arms, ndr) hanno interferito con la navigazione di un’imbarcazione della Guardia costiera libica che stava rientrando in Libia e hanno convinto l’ufficiale a bordo a trasferire i migranti sul proprio mezzo». In realtà nel report della vicenda contenuto nella stessa relazione – scrive il Corriere della Sera – viene chiarito che i migranti erano «otto uomini, cinque donne e 9 bambini» che erano stati appena salvati.

L’EPISODIO EMBLEMATICO

Il report specifica che l’episodio è avvenuto «in acque internazionali, appena fuori Sabrata». E così lo ricostruisce: «Alle 7.05 la sala operativa della Guardia costiera a Roma riceve una telefonata per una barca in difficoltà. Allo stesso tempo una piccola imbarcazione in legno viene intercettata dalla Guardia costiera libica. Le viene ordinato di tornare indietro e inverte la marcia. Alle 8.00 due mezzi Rhib (gommoni con la chiglia rigida) appartenenti alla Golfo Azzurro appaiono ad alta velocità e intercettano il convoglio. C’è una breve discussione e poi i due Rhib assistono le persone dell’imbarcazione in legno. L’equipaggio della Golfo Azzurro pubblica online le immagini del salvataggio. La Ong dichiara che i migranti sono stati salvati a 60 chilometri dalla costa. In realtà l’incidente è avvenuto a 36 chilometri dal litorale libico che si trova a 16 chilometri dalle acque territoriali. Alle 8.10 la Golfo Azzurro dichiara alla sala operativa di Roma di aver preso a bordo 22 migranti. Nessun cenno viene fatto alla presenza della Guardia costiera libica».

LE MODALITA’ DI SALVATAGGIO

Nel dossier gli analisti di Frontex contestano le modalità di salvataggio svolte dalle Ong sostenendo che ciò interferisce in alcuni casi con le indagini sui trafficanti. E scrivono: «Si deve tenere conto che quando le navi delle Ong intervengono in varie operazioni di salvataggio simultaneamente o in periodi di tempo ravvicinati, i migranti di naufragi diversi vengono caricati insieme sulle varie imbarcazioni delle Organizzazioni. E questo provoca difficoltà alle autorità italiane per identificare i possibili scafisti tra gli stranieri». Poi accusano: «I telefoni satellitari consegnati agli scafisti contengono la lista dei contatti con i numeri diretti delle navi delle Ong e i migranti vengono istruiti dai trafficanti a segnalare la propria posizione». Un’affermazione che i responsabili delle associazioni liquidano sdegnati: «I nostri obiettivi sono esclusivamente umanitari», sottolinea il Corriere della Sera.


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