La Fondazione Cariplo rivede drasticamente le proprie politiche finanziarie in materia di partecipazioni quotate. Tra la fine del 2016 e il marzo scorso l’ente milanese guidato da Giuseppe Guzzetti ha riportato tra le immobilizzazioni finanziarie il portafoglio affidato in precedenza alla gestione di Quaestio Capital Management, la sgr milanese presieduta da Alessandro Penati e partecipata dalla stessa Cariplo. In particolare, nel dicembre scorso la fondazione ha trasferito nell’attivo il suo principale asset, cioè il 4,7% di Intesa Sanpaolo, che agli attuali corsi di borsa vale circa 2,12 miliardi di euro. La partecipazione è stata iscritta a bilancio a 2,318 euro, cioè 1,77 miliardi complessivi.
Si è trattato insomma di una scelta volta a valorizzare al meglio la quota e a ridurre la minusvalenza potenziale visto che nel 2015 il valore di bilancio era stato 2,37 miliardi. Nei mesi successivi hanno seguito la stessa sorte anche le quote minori detenute in Fiera Milano, Acsm -Agam e Cassa di Risparmio di Bolzano, oltre a quelle detenute nel fondo Atlante e nel veicolo Quamvis Sicav Fis Fund One. La mossa rivisita insomma in profondità l’alleanza tra Cariplo e Quaestio, un asse che risale al 2011. Proprio nel 2014 la fondazione milanese conferì in gestione l’intera quota Intesa, pur mantenendo i diritti di voto e quelli relativi alla cedola.
L’operazione nasceva con lo scopo di limitare l’esposizione al rischio legato all’andamento del titolo e beneficiare al contempo della importante politica dei dividendi dell’istituto. Il gestore ha così avuto mano libera sulla quota, sulla quale sono state costruite posizioni con strumenti derivati e operazioni di prestito titoli per rendere ulteriormente liquido il titolo Intesa. Il tutto però senza far venire meno il peso in termini di diritti di voto della Cariplo sulla governance della banca guidata da Carlo Messina. “L’operazione”, spiegava Guzzetti, “è quindi virtuosa per diversi motivi: dal punto di vista finanziario rappresenta un vantaggio per la fondazione perché le permette di ottimizzare il rendimento del patrimonio nel tempo per meglio finanziare le attività filantropiche, mentre dal punto di vista istituzionale, non cambiano le relazioni con la banca per la quale nutriamo assoluta fiducia nella gestione”. Ora però Cariplo ha deciso di riappropriarsi del suo gioiello della corona e delle altre partecipazioni finanziarie minori, ridefinendo i rapporti con il team di Penati.
Intanto nel 2016 l’ente milanese (il maggiore in Italia per patrimonio) ha riportato in attivo la gestione finanziaria del fondo multi comparto, dove ha investito gran parte del patrimonio, dopo un 2015 che si era chiuso leggermente negativo. Il rendimento lordo è stato infatti dell’1,1%, a fronte del -0,5% del 2015.
(Articolo pubblicato su MF/Milano Finanza, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)