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Matteo Renzi, Tiziano Renzi, Marco Travaglio, i fatti e le invenzioni. Il commento di Enrico Mentana

Enrico Mentana (direttore Tg La7)

“È vero che Napoli è la capitale della sceneggiata, ma fino a immaginare un’intercettazione voluta da Woodcock a dispetto di Ielo e poi ottenuta dal Fatto che l’ha pubblicata solo per far fare bella figura a Renzi ci vogliono una fantasia e un’inventiva fenomenali”. Così termina il post scritto da Enrico Mentana, direttore del tg de La 7, sul suo profilo Facebook.

Mentana chiosa il caso delle intercettazioni tra Tiziano e Matteo Renzi divulgate dal Fatto Quotidiano diretto da Marco Travaglio. E sballotta in particolare chi si è peritato di sostenere che l’ex premier avesse recitato per fare una bella figura. Ecco come e perché il direttore del telegiornale della rete televisiva di proprietà di Urbano Cairo non crede a questa interpreazione:

“Renzi può essere un criminale o un grande leader, o tutte le cose che stanno tra i due estremi. Ma certo non lo sapremo dall’intercettazione col babbo, che invece muove gli ultras più di una finale Mundial. Invidio tutti quelli che sono pieni di certezze su quella telefonata. “Ha recitato! Sapeva bene che il padre era intercettato! Si era alla vigilia dell’interrogatorio, ha voluto mettere a verbale che lui non c’entra!”.

Ho una certa esperienza, sono passato attraverso i verbali di Tangentopoli e quelli successivi. Non metto la mano sul fuoco per nessuno, ma se si usa il cervello invece del tifo qualcosa si può dire. Intanto chi ha diffuso il testo della conversazione, il Fatto Quotidiano, non l’ha certo presa per una sceneggiata, e tutto si può dire a Travaglio e Lillo meno che siano inesperti in fatto di documenti d’indagine. E infatti, in quanto a sostanza, non è che Renzi senior ne esca bene, se perfino il figlio dubita fortemente della sua versione.

Per non dire di quei riferimenti a Luca Lotti e alla mamma. Il colloquio avviene alla vigilia dell’interrogatorio di Tiziano Renzi, circostanza aggravante per i teorici della sceneggiata, ma va ricordato che l’ipotesi di reato che accompagna l’invito a comparire, traffico di influenze, non ammette la possibilità di intercettazioni (articolo 266 del codice di procedura penale). E infatti i magistrati di Roma non avevano chiesto di effettuarle. A quanto pare quegli ascolti furono richiesti da Napoli, che pure non aveva più giurisdizione su quella parte dell’inchiesta.

La loro diffusione ha ulteriormente esacerbato i rapporti tra le due procure, dopo i pasticci che hanno portato alla revoca dei compiti di polizia giudiziaria al Noe. È vero che Napoli è la capitale della sceneggiata, ma fino a immaginare un’intercettazione voluta da Woodcock a dispetto di Ielo e poi ottenuta dal Fatto che l’ha pubblicata solo per far fare bella figura a Renzi ci vogliono una fantasia e un’inventiva fenomenali. Ma sappiamo che di fenomeni sono pieni i tavolini del bar social…”.


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