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Come raddrizzare il piano inclinato dell’Italia

L’editoriale di Fabbrica società, il giornale della Uilm che sarà on line martedì 30 maggio

 

Finalmente una buona notizia. La Commissione europea ha promosso i conti pubblici dell’Italia per il 2017 ma ha anche avvertito che l’anno prossimo servirà un sostanziale sforzo fiscale per rispettare i requisiti del braccio preventivo del Patto di stabilità e di crescita.

LE RACCOMANDAZIONI UE

Tra le raccomandazioni segnalate dalla Commissione spicca la reintroduzione dell’Imu per i redditi alti. Inoltre, si chiede di spostare l’onere fiscale dai fattori di produzione sulle tasse meno dannose per la crescita in modo neutrale per il bilancio. Da riformare il sistema catastale ormai obsoleto e continuare con la riduzione dei crediti deteriorati che penalizzano il sistema bancario.

BARBAGALLO E LA STRADA DELLA CONTRATTAZIONE

Carmelo Barbagallo, segretario generale della Uil, non ha dubbi su quale può essere il contributo del sindacato italiano: “La contrattazione – ha affermato – è la strada giusta: solo così si può dare una spinta alla domanda interna e, conseguentemente, all’occupazione e alla crescita. La contrattazione, dunque, è la leva che hanno a disposizione le parti sociali per influire positivamente sull’economia del Paese. Mentre, però, le sue categorie sono operative, sembra che la Confindustria abbia altri obiettivi. A quando la ripresa del confronto per la riforma del sistema contrattuale? Abbiamo una responsabilità nei confronti dei lavoratori, delle imprese e del Paese: noi siamo pronti ad assolvere questo compito”.

PRODI E L’INNOVAZIONE CHE SERVE

Anche l’ex premier Romano Prodi ha in testa un programma di cose da fare affinché l’Italia possa ripartire: “Serve un salto di innovazione impressionante – ha scritto il Professore nel suo ultimo libro dal titolo “Il piano inclinato” edito da Il Mulinola costruzione di centri di ricerca. Infine, c’è la questione del Mezzogiorno rimasto fuori dal giro, con un terziario che fatica a resistere sui settori innovativi e anche su turismo e agricoltura che potrebbero essere la carta da giocare”. Insomma, secondo Prodi occorre ripartire da produttività ed innovazione: “La crescita è fatta di queste cose“, ha affermato ancora: “Misure a breve, aggiustamenti solo in apparenza minimi. Finanziare gli studenti delle scuole applicate, per esempio. E poi ridurre le possibilità d’intervento della burocrazia, il vero nemico della crescita”.

CISNETTO E GLI INVESTIMENTI DA FARE

Mai come ora è necessario un piano economico che stabilisca dove investire, quali tasse tagliare, quali riforme promuovere. “Senza investimenti pubblici e privati – ha ricordato il giornalista Enrico Cisnetto – l’Italia non riparte. Anzi, scivoliamo su quel piano inclinato che descrive l’ultimo rapporto annuale dell’Istat. Dopo sette anni di crisi siamo un paese impoverito, diviso e polarizzato, dove crescono le diseguaglianze. C’è la classe dirigente diffusa e chi ha una buona pensione (quasi dieci milioni di persone). Poi, una classe media di pensionati (10,5 milioni), operai atipici (6,2 milioni) e impiegati (12,2 milioni) che sta scomparendo e rischia di confluire negli altri 22 milioni di persone definibili come tendenzialmente povere. Un Paese dove una famiglia su tre fatica ad arrivare a fine mese, con due milioni di giovani sfiduciati che non studiano e non lavorano. Insomma, una società che sta involvendosi”.

IL RAPPORTO CON FRANCIA, GERMANIA E USA

L’Italia da sola non è in condizione di poter rialzare la testa:dovrà consolidare in Europa il rapporto con l’asse franco-tedesco e al di là dell’Oceano, quello con gli Stati Uniti. Occorre lavorare per costruire le basi di una fiducia condivisa che punti a rafforzare la crescita e a renderla sempre più concreta nel prossimo futuro.


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