Quale Europa immagina il Partito Democratico? A questo e ad altri quesiti ha provato a rispondere il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, in un discorso alla Società tedesca per la politica europea (Dgap) tenuto oggi a Berlino. Il nostro orizzonte ideale – ha rilevato il candidato premier del centrosinistra – è quello degli Stati Uniti d’Europa, ben lontano tuttavia dal super Stato che agitano strumentalmente i populisti per incutere timore.
Un solo sovrano per una sola moneta
“Capisco le paure di chi teme l’apertura di un vaso di Pandora e ricorda l`impasse istituzionale di dieci anni fa, ma non possiamo nemmeno pensare che urlino solamente gli euroscettici e che i sostenitori di un’Europa federale e politica tacciano”, ha spiegato Bersani. “Dietro una moneta sola deve esserci un solo sovrano”, ha ricordato. “Io penso a un potere federale democraticamente legittimato, dotato di un bilancio con risorse proprie, capace di svolgere specifiche funzioni, dotato di una Banca Centrale e di un Tesoro, competente sui temi indispensabili nella scala globale come la difesa, la politica estera, le migrazioni, la ricerca, l`energia, le reti infrastrutturali”, ha aggiunto Bersani.
Una posizione, di fatto, molto simile a quella di un suo diretto competitor per la presidenza del Consiglio, Mario Monti, espressa chiaramente nel suo libro “La democrazia in Europa”, scritto a quattro mani con l’europarlamentare francese Sylvie Goulard.
Impossibile non rispettare gli accordi presi: si al Fiscal Compact
Il partito guidato da Bersani prende invece le distanze dalla linea di rigore che l’Italia ha deciso di attuare in accordo con Bruxelles, l’ormai celebre “Six-Pack” di cui fa parte il Fiscal Compact, senza però ritirare l’impegno di un suo eventuale governo. “Noi garantiamo gli accordi presi in Europa, anche se ricordiamo che li ha firmati Berlusconi e che la loro onerosità è dipesa dalla non credibilità e dalla incapacità del governo del centrodestra. In particolare garantiamo gli impegni sui conti pubblici approvati dal Parlamento italiano (il fiscal compact), compreso il pareggio di bilancio nel 2013. Da questo punto di vista bisognerà anche verificare concretamente i dati. Il 2013 rischia di essere un altro difficilissimo anno per i conti pubblici. Pensiamo – aggiunge Bersani – che ci sia modo e spazio per meccanismi che consentano investimenti (anche grazie ai project bond e agli eurobond) o di gestire in comune almeno una parte del debito pubblico di ogni paese (le proposte di Visco in Italia e dei consiglieri della Merkel in Germania), in modo da non pesare sui bilanci ma di ottenere il rinnovo dei titoli del debito pubblico a tassi di interesse molto più favorevoli di quelli attuali”.
La nuova Europa: socialisti e conservatori a confronto
Più in particolare il Pd si dice pronto ad accordi che consentano un maggiore e più stringente controllo reciproco sui bilanci pubblici dei diversi paesi. Purché́ in ambito europeo si arrivi, anche con il concorso delle altre forze progressiste europee, ad un cambiamento importante a favore della crescita.
Dichiarazioni in linea con quelle espresse nel suo discorso al Parlamento Europeo a Strasburgo dal Presidente francese François Hollande e che denotano la creazione di un vero e proprio fronte socialista europeo per la crescita in contrapposizione a quello conservatore e rigorista che vede nella Merkel (Germania), in Cameron (Regno Unito) e Rajoy (Spagna) gli esponenti di maggior peso.