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Il Kamasutra di Berlusconi sui gay

Dietrofront. Silvio Berlusconi non apre la porta ai matrimoni gay, anzi la chiude con doppia mandata, dichiarando: “I tempi non sono maturi”.

Era stato un timido cenno con la testa. Durante un’intervista a Rtl di inizio gennaio, il Cavaliere aveva fatto un gesto di assenso per manifestare la sua disponibilità a dare un riconoscimento giuridico alle coppie omossessuali, specificando però che “”serve la maggioranza in Parlamento per cambiare il Codice civile“.

Un’apertura che fece sobbalzare i vescovi che tramite un editoriale su Avvenire lo criticarono, bollando le sue esternazioni come “cenni estermporanei e gravi”. Tra i berlusconiani si disse che la sortita del Cav. era una risposta indiretta alle attenzioni del Vaticano per la salita in politica di Mario Monti.

A un mese di distanza, la giravolta. A Radio 24 stamattina, Berlusconi ha chiuso la faccenda così: “Non posso, per religione e per radici nel nostro elettorato, essere d’accordo con il matrimonio gay, i tempi non sono maturi”, pur dicendosi assolutamente d’accordo per una regolamentazione nel codice civile dei rapporti delle coppie di fatto.



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