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Come e perché Silvio Berlusconi renzeggia con Matteo Renzi sul Tedeschellum

Silvio Berlusconi

“In ogni caso Berlusconi un risultato lo ha già ottenuto: ha fatto saltare l’asse dei due “Matteo” (Renzi e Salvini) sul Rosatellum e si è rimesso al centro dei giochi, tornando di fatto anche punto di riferimento per l’area di centro messa in sofferenza dalla soglia di sbarramento al 5 per cento. Poi, ci sono tante incognite sulla strada, a cominciare dalla preoccupazione del Capo dello Stato per l’approvazione della legge di Stabilità, in caso di voto anticipato. Ma intanto, un risultato politico è stato ottenuto”. Così una fonte azzurra fotografa con Formiche.net lo stato dell’arte del “Nazareno bis” (anche se Berlusconi ha subito messo in chiaro che è sbagliato definirlo così, poiché è un’intesa solo sulla legge elettorale) sul sistema elettorale tedesco italianizzato.

È chiaro che il Cav. sta giocando la sua partita per tornare ago della bilancia e che, comunque finirà, paradossalmente stavolta lui rischia meno di Renzi il quale la certezza di elezioni anticipate la potrà avere solo dal capo dello Stato. E probabilmente Berlusconi ora potrebbe vedere realizzata la sua previsione fatta all’indomani della batosta referendaria di Renzi, nella quale fu determinante: come disse ai suoi, “se vuole dialogare di nuovo stavolta sarà a lui a doversi fidare di me”. Nessuna concessione alle aspettative dei centristi di Angelino Alfano, nel frattempo: dopo le indiscrezioni di stamattina riportate dal Corriere della Sera sulla disponibilità del leader azzurro sulla soglia di sbarramento al 5% da abbassare come chiesto da Alternativa popolare, Berlusconi ha smentito le indiscrezioni asserendo di essere invece disposto ad alzare la soglia all’8%.

Non sarà un vero e proprio “Nazareno bis”, comunque, e probabilmente non ci sarà nessun incontro tra i due prima delle elezioni amministrative dell’11 giugno, dove gli schieramenti di centrodestra e di centrosinistra potrebbero subire contraccolpi dalle immagini bollate, dai rispettivi oppositori interni, come “inciuciste” di Renzi e Berlusconi che si stringono di nuovo la mano.

Ecco la ragione per la quale ieri sera dal Pd è stata smentita la voce, che rimbalza da giorni, di un incontro imminente. Quindi, per ora solo telefonate Nazareno-Arcore e incontro previsto a livello parlamentare tra Pd e Forza Italia per discutere i dettagli della legge elettorale, che proprio il Cav aveva proposto, dicendosi in cambio favorevole al voto anticipato, tanto agognato da Renzi.

Su questo la partita è ancora dall’esito incerto, ma sembra che Berlusconi abbia calcolato che alla fine conviene anche a lui andare alle urne a settembre o ottobre, dal momento che non sarebbe affatto ottimista sulla celerità dei tempi con i quali da Strasburgo potrebbe arrivare una sentenza sulla sua eleggibilità. E, dicono in ambienti forzisti, “potrebbe essere anche un verdetto sfavorevole”.

Ma c’è ancora un’altra possibilità e cioè che la sentenza, anche se fosse favorevole, potrebbe non essere immediatamente esecutiva. E cioè avrebbe bisogno di una ratifica da parte del nostro parlamento, un passaggio, insomma, in cui sarebbe determinante il voto del Pd per la eleggibilità dell’ex premier e leader di Forza Italia. Ecco perché, anche in questo caso da un nuovo accordo con Renzi il Cav avrebbe tutto da guadagnare.



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