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Ecco chi vincerà le elezioni. L’ultimo sondaggio Lorien

Grazie all’autorizzazione dell’editore e dell’autore, pubblichiamo l’articolo di Franco Adriano apparso sul numero odierno del quotidiano Italia Oggi diretto da Pierluigi Magnaschi.

Due settimane per scegliere tra le mirabolanti promesse. Il 69,5% degli elettori ha deciso dove porrà la sua crocetta sulla scheda. Del rimanente 30,5%, il 13% (6,7 milioni) di certo andrà a votare, ma non sa ancora chi. La scelta di questi elettori sarà determinante per definire la partita elettorale del 24-25 febbraio.
Anche perché la coalizione di Pier Luigi Bersani (al 34,8%) si conferma la favorita, ma quella di Silvio Berlusconi si trova in continua crescita a meno di cinque punti percentuali (al 30%). Ciò mentre già oggi appare un obbligo per Bersani, stringere un accordo post elettorale con Mario Monti (al 13,3%): per ottenere una maggioranza di governo al Senato di 25 senatori.

Questi dati emergono dall’ultima rilevazione di Lorien consulting, conclusa il 7 febbraio, pubblicata in esclusiva da ItaliaOggi prima della pausa elettorale dovuta per legge. “Nelle ultime due settimane sono stati centrali ed influenti alcuni avvenimenti”, spiega il direttore di Lorien Antonio Valente, “come la vicenda Mps, il rilancio esagerato delle promesse e per ultimo il tema delle alleanze ed equilibri post elettorali. Un altro forte argomento di questa fase della campagna è stato l’uso propagandistico dei sondaggi. E a questo proposito”, conclude, “da domani, almeno teoricamente, quest’argomento dovrebbe venir meno”.

Nella coalizione di Berlusconi il Pdl conferma la quota del 20% con la possibilità di recuperare ancora “ma il margine si sta assottigliando potrebbe essere di circa un milione di voti”. La Lega dopo essersi assestata sul 5,8% punta tutto sull’effetto-candidatura di Roberto Maroni in Lombardia. Fra i piccoli solo Fratelli d’Italia potrebbe superare la soglia del 2%.

La coalizione di Bersani mantiene stabile la sua quota con il Pd sopra al 30%. Sel di Nichi Vendola, al 4%, risente ancora della concorrenza interna del Pd e esterna di Rivoluzione civile di Antonio Ingroia che punta l’obiettivo del superamento del quorum (che potrebbe riuscire ad ottenere solo in alcune regioni: “Campania e Lazio, forse Sicilia”, dice Valente).

La coalizione di Monti accusa l’effetto Berlusconi, ma tiene e ha ancora potenzialità di crescita nel voto di opinione. Non solo supera agevolmente lo sbarramento in tutte le regioni, ma per ora centra l’obiettivo di essere essenziale per la maggioranza al Senato: oggi a Bersani mancherebbero 12 voti, mentre Monti porterebbe con sé a palazzo Madama 36 senatori.

Beppe Grillo (oggi al 15%) presenta un trend di crescita che lo proietta su percentuali superiori (fino al 18%). Se, infatti, fino ad oggi la campagna elettorale si è svolta “molto in tv, poco nelle piazze e male sulla rete”, sottolinea Valente, “M5S fa eccezione e risulta estremamente interessante a questo proposito”. Comunque, in una sezione del report Lorien dedicato alla “dieta mediatica della campagna elettorale” emerge che è stata seguita da appena il 33,5% degli italiani.

“Fare Fid di Oscar Giannino, conferma la sua caparbia vitalità”, fa notare Valente. Ha raggiunto il 2,4% e sembra ulteriormente in crescita, anche se in modo “molto difforme” (va bene in Lombardia, Veneto e le altre regioni del Nord).

A proposito di regioni in cui si gioca la partita della maggioranza al Senato, quelle in bilico possono essere cinque: in Lombardia e Veneto è in vantaggio il centro-destra (“che presenta deboli segnali di un ulteriore rafforzamento del vantaggio”). In Campania e Puglia è in vantaggio il centro-sinistra. Per la Sicilia il vantaggio del centro-sinistra “appare davvero millimetrico”. Nell’ipotesi di Lombardia e Veneto al centro-destra e Sicilia al centro-sinistra ci sono le condizioni per il governo Monti-Bersani.

 



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