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L’appeal di Hillary Clinton che non ha Obama

La popolarità del presidente americano Barack Obama è calata mentre quella dell’ex segretario di Stato Hillary Clinton è cresciuta al punto da risultare la figura più apprezzata a Washington DC. È quanto emerge da un sondaggio dell’Università di Quinnipiac condotto dal 30 gennaio al 4 febbraio scorsi, proprio nei giorni in cui Clinton si preparava al passaggio del testimone all’ex senatore Democratico del Massachusetts John Kerry.

Il gradimento dell’inquilino della Casa Bianca è sceso al 46% dal 53% dello scorso dicembre, un mese dopo la rielezione. Tra gli intervistati, quelli che invece disapprovano l’operato di Obama sono passati al 45% dal 40%. I dati odierni sono in pratica molto simili a quelli di luglio scorso, nel pieno della sua seconda campagna elettorale: allora dominava un giudizio negativo sul presidente (49% contro il 45% di chi ancora appoggiava le sue scelte).

La regina indiscussa del sondaggio è Clinton, che esattamente una settimana fa ha detto addio ai dipendenti del dipartimento di Stato da lei guidato negli ultimi quattro anni. Il 61% del campione vede positivamente l’ex segretario di Stato contro il 34% di chi la pensa diversamente. La donna “ha finito il suo mandato da segretario di Stato e l’indagine sulle morti a Bengasi in Libia, come l’attore più popolare sul palcoscenico politico americano attuale”, ha spiegato in una nota Peter A. Brown, assistente al direttore del Quinnipiac University Polling Institute.

La chiave di lettura offerta da Brown in merito alla differenza di popolarità tra Obama e Clinton, che si sfidavano alle primarie presidenziali del partito Democratico nel 2008, sta nel fatto che la moglie dell’ex presidente Bill Clinton “è capace di attrarre molti più elettori indipendenti e Repubblicani rispetto a Obama”.

Kerry, che mercoledì scorso ha prestato pubblicamente giuramento per diventare il 68esimo segretario di Stato, è visto favorevolmente dal 43% degli intervistati contro un 33% più scettico. Il vicepresidente Joe Biden ha invece il favore del 46% del campione rispetto a un 41% di chi non approva il suo operato.

Il gradimento più basso va a Chuck Hagel, nominato da Obama per diventare il segretario alla Difesa ma alle prese con la sua approvazione al Senato: piace al 14%, è una delusione per il 18% del campione mentre il 67% dice di non sapere abbastanza sul suo conto.

Il secondo peggiore risultato va allo speaker della Camera a maggioranza Repubblicana John Boehner, colui che è stato protagonista di un durissimo braccio di ferro con Obama in tema di “Fiscal Cliff”, precipizio fiscale. Il Repubblicano dell’Ohio ha un’approvazione del 20% contro un 42% di giudizi negativi.

La maggioranza degli americani (36%) è critico nei confronti di Paul Ryan, colui che sarebbe diventato il vicepresidente se il Repubblicano Mitt Romney avesse vinto le elezioni presidenziali dello scorso sei novembre. Il 34% invece ne è favorevole. Il campione è stato composto da 1.722 elettori attraverso interviste telefoniche.



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