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La moda di Valentino vince il bollino verde di Greenpeace

Greenpeace ha assegnato i bollini verdi a 15 case d’alta moda, alle quali sono state poste 25 domande per valutare il loro impatto ambientale. Tra le Maison si è distinta l’italiana Valentino.
La casa italiana si è piazzata prima in tre categorie, ricevendo per ciascuna un “bollino verde”: cuoio, imballaggi e tessuti, grazie all’impegno del marchio di rispettare una “politica di acquisti a zero deforestazione e zero rifiuti per la produzione tessile”.

Si sono piazzati secondi, ex-aequo, Armani, Dior, Vuitton e Gucci, che hanno assicurato di avere adottato misure “zero deforestazione” per produrre cuoio e imballaggi. Greenpeace ha inoltre elogiato Gucci per avere “sostenuto attivamente la moratoria sull’espansione dell’allevamento bovino in Amazzonia”.

Ma ci sono anche le pecore nere: quattro griffe sono state criticate dall’organizzazione ambientalista per non avere ancora aderito a una “moda senza sostanze tossiche”. Tra queste Ermenegildo Zegna e Versace, attaccati inoltre per non fare molto contro la deforestazione. Fanalini di coda anche Roberto Cavalli, che ha ricevuto tre “bollini rossi”, per non avere fornito “risposte chiare al questionario e non avere fatto gesti incoraggianti”.

Non pervenuti, invece, Alberta Ferretti, Chanel, Dolce&Gabbana, Hermes, Prada e Trussardi, che ricevono ciascuno tre “bollini neri” per non avere “mai risposto” alle domande nonostante le ripetute richieste di Greenpeace”. Un comportamento – secondo gli ambientalisti – che sottolinea una mancanza di apertura al dialogo e al confronto su questioni che interessano i consumatori.



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