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E’ pronto un Obama verde, aggressivo e sviluppista

Economia, cambiamento climatico, controllo delle armi, riforma dell’immigrazione. Saranno questi i punti salienti che Barack Obama affronterà domani sera nel suo discorso sullo stato dell’Unione, che ogni anno il presidente degli Stati Uniti tiene di fronte al Congresso riunito e ai cittadini, in cui espone il suo programma e riferisce sulla situazione del Paese.

Obama, a differenza di quanto fatto in passato – per esempio nel suo primo discorso, nel 2009 – non chiederà la collaborazione del Congresso, ma sceglierà una linea aggressiva, quella già adottata nelle ultime settimane, a causa di uno stallo che non permette al Paese – secondo il presidente – di attuare le riforme necessarie.

L’agenda del presidente è ambiziosa, e il primo anno del suo secondo mandato sarà particolarmente importante per la realizzazione del suo programma, sullo slancio della vittoria elettorale e prima che si torni in campagna elettorale con le elezioni di metà mandato del 2014.

Obama, secondo fonti della Casa Bianca, sosterrà soprattutto la necessità di stimolare il mercato del lavoro ed evitare l’impatto negativo dei tagli automatici alla spesa federale (noto come “sequester”), che entreranno in vigore il prossimo 1 marzo se non si troverà un accordo al Congresso, provocando conseguenze disastrose sull’economia e sull’occupazione.

Poi, il presidente tratterà ancora gli argomenti che hanno caratterizzato l’inizio del suo secondo mandato, e che rappresentano le sue priorità: il controllo delle armi – dopo le numerose sparatorie mortali degli ultimi mesi – la necessità di combattere l’inquinamento ambientale e quella di realizzare una riforma dell’immigrazione, che permetta la regolarizzazione di 11 milioni di migranti che vivono negli Stati Uniti senza permesso.

Tutti argomenti che saranno terreno di scontro con i repubblicani, e che rischiano di incrinare ancor di più il rapporto tra il Congresso e il presidente.



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