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Fatti, commenti e analisi sul dopo Ratzinger. Lo speciale di Formiche.net

Le dimissioni di Papa Ratzinger hanno aperto dibattiti ed interrogativi. Ricostruiamo in rapida successione i fatti, le curiosità e gli approfondimenti che Formiche.net ha dedicato alla notizia.

Fatti

La notizia delle dimissioni di Papa Benedetto XVI è giunta in mattinata. Lo ha annunciato personalmente, in latino, durante il concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto. Il Papa ha spiegato di sentire il peso dell’incarico di pontefice, di aver a lungo meditato su questa decisione e di averla presa per il bene della Chiesa. Nel suo discorso in latino, pubblicato da Formiche.net anche nella versione in italiano, Benedetto XVI ha comunicato la sua rinuncia al ministero di Papa: “Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino”.

Il gesto, seppur straordinario, rientra nel codice del diritto canonico. La precisazione è stata fatta dal portavoce vaticano, Federico Lombardi, il quale ha  sottolineato che il diritto canonico prevede – come riecheggiato nell’annuncio di dimissioni di Benedetto XVI – che per la loro validità, le dimissioni devono essere fatte “liberamente e debitamente manifestate”.

A sciogliere ogni dubbio sulle motivazioni delle dimissioni è intervenuto oggi  padre Federico Lombardi. Per lui la scelta di dimettersi è “storica” e il Papa l’ha maturata consapevole dei “problemi della Chiesa al giorno d’oggi”, ed è soprattutto “fuorviante” collegare la motivazione a singole questioni come i problemi di “governance” della Curia romana o “ai Vatileaks”, la fuga di documenti riservati della Santa Sede.

Nel giro di pochi istanti l’annuncio delle dimissioni del pontefice Benedetto XVI ha fatto il giro del mondo ed è diventato l’apertura dei siti online di tutti i media

Curiosità

A spiegare la scelta del Pontefice di annunciare le dimissioni è stato il fratello Georg Ratzinger, parlando con l’agenzia di stampa tedesca Dpa e confermando così che la decisione presa dal Papa è legata alla sua salute: “L’eta si fa sentire”, ha spiegato l’89enne. Già nel 2011 Georg Ratzinger aveva ipotizzato un abbandono prematuro da parte del fratello per motivi di salute. “Se non dovesse più andare dal punto di vista della salute – aveva detto allora intervistato da una rivista tedesca – mio fratello dovrebbe avere il coraggio di dimettersi”. Che la cosa fosse nell’aria da tempo lo conferma anche  il direttore dell’Osservatore romano, Giovanni Maria Vian, in un editoriale di prima pagina intitolato “Il futuro di Dio”, che accompagna l’apertura “Benedetto XVI lascia il pontificato”.

La decisione delle dimissioni del Pontefice “è stata presa da molti mesi, dopo il viaggio in Messico e a Cuba, in un riserbo che nessuno ha potuto infrangere”. Il viaggio del Papa a Cuba e Messico si svolse poco meno di un anno fa: dal 23 al 29 marzo 2012.

Poi oggi altre informazioni arrivano dal Sole 24 ore: “Poco meno di tre mesi fa Benedetto XVI è stato operato al cuore nella clinica Pio XI sull’Aurelia, a Roma, e gli è stato sostituito il pacemaker nel riserbo più assoluto”, scrive il direttore del quotidiano, Roberto Napoletano.

La voglia di rinnovamento manifestata anche attraverso l’apertura del Papa nei confronti delle nuove tecnologie forse non facevano presagire dei segni di stanchezza.
Sbarcato da tempo su Twitter con l’account @pontifex, il Papa ha anche dedicato l’annuale messaggio per la 47esima giornata mondiale delle Comunicazioni sociali (12 maggio) a ‘Reti sociali: porte di verità e di fede; nuovi spazi di evangelizzazione’.

In tanti sui social network hanno osannato il regista romano Nanni Moretti come un profeta. La pellicola del 2011 che indaga la crisi psicologica di un cardinale eletto come successore di Pietro e che non sopporta il peso di questo ruolo tanto da non accettarlo è stata vista come una profezia. Formiche.net ha analizzato le analogie e le differenze tra le imprevedibili dimissioni di Benedetto XVI e cardinale Melville, il personaggio di Habemus papam con Claudio Carabba, critico cinematografico del Corriere della Sera:  “Non credo che due anni fa Moretti si immaginasse le dimissioni del Papa, a volte le realtà è più sorprendente della finzione ma il suo intento era sfatare l’idea di infallibilità della Chiesa – ha raccontato Carabba.

Ma come ha reagito il mondo di Twitter all’annuncio delle dimissioni da parte di Benedetto XVI? Per rispondere ci siamo affidati a Expert System, leader in tecnologia semantica per la gestione delle informazioni che ha effettuato quest’indagine, ricercando le reazioni degli utenti del social network nelle prime ventiquattro ore dall’annuncio della decisione del Pontefice.

Approfondimenti

Le differenze e le similitudini tra Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, i rapporti contrastati all’interno del Vaticano, la solitudine di Ratzinger e lo scenario che si apre sono state affidate al vaticanista del Sole 24 Ore, Carlo Marroni, autore di un recente romanzo per Rizzoli “Le mani sul Vaticano” nel quale racconta le trame che sono alla base della scelta del nuovo pontefice nel corso della sede vacante e del conclave. Intervistato per Formiche.net da Fabrizio Anselmo, Marroni ha così valutato la diversità del gesto di Papa Giovanni Paolo II, che ha vissuto sino in fondo il suo calvario, e Benedetto XVI, che invece ha deciso di lasciare non appena si è reso conto che gli mancavano le forze: “Papa Giovanni Paolo II sapeva che, anche durante la sua malattia, era pur sempre lui a tenere le redini del governo della Chiesa cattolica. Benedetto XVI, invece, si è reso conto che da parecchi anni, oramai, gli è sfuggito il controllo della Chiesa”.

Lo shock delle dimissioni del Papa è stato grande a tal punto che la politica adesso sarà costretta, a tutti i livelli, a interrogarsi sulle profondità che questo pontefice ha attraversato, e che invece, soprattutto in Italia, vengono raramente sfiorate. La riflessione di Marco Andrea Ciaccia individua nel gesto di Papa Ratzinger un monito indiretto ai politici: “Dopodomani è mercoledì delle ceneri. In Germania, la patria di Benedetto XVI, è l’occasione per interrogarsi, un momento pubblico in cui gli stessi partiti fanno autocritica, discutono dei loro errori e delle loro mancanze. Qui, invece, prosegue la corsa al voto, che a volte ha tratti sguaiati. Sarà invece il caso di interrogarsi anche qui da noi, dove le dimissioni sono vissute come “sconfitta”, su questo gesto e su cosa voglia dire per l’Europa attraversata da fremiti pericolosi, che dovranno ancora trovare nel Soglio un argine, preziosissimo, contro i messianismi antieuropei”.

E secondo l’analisi dello storico Benedetto Ippolito con la sua decisione libera, Ratzinger ha detto no a se stesso, alla perpetrazione debole della propria impotenza. Ha detto no a un sistema di potere e di governo che non va. E ha detto di sì a Dio, all’autorità del Papa, alla sua indipendenza, alla sua libertà di dominare il potere con la forza legittima della sua intrinseca autorità.

Può un libro aver influito sulle dimissioni del Papa? Lo abbiamo chiesto a Gianluigi Nuzzi, forse oggi uno dei giornalisti più letti (e temuti) in Vaticano. E’ infatti dal suo libro-inchiesta “(Sua Santità – le carte segrete di Benedetto XVI”) che ha avuto inizio il caso Vatileaks, che ha portato all’allontanamento di Paolo Gabriele, maggiordomo di Benedetto XVI, e a numerosi cambi ai vertici delle gerarchie vaticane.

Inevitabile fare dei confronti con Papa Giovanni Paolo: “Papa Ratzinger era amicissimo di Papa Wojtyla, pur essendo diversissimo da lui – commenta Pierluigi Magnaschi sul numero odierno del quotidiano Italia Oggi -. Il primo era carnale, fisico, avvolgente. Il secondo è distaccato, intellettuale anche se ugualmente accattivante. Il primo, potendo, lo si sarebbe voluto abbracciare. Al secondo, al massimo, si sarebbe ambito baciare l’anello.

Rivista

Era dicembre 2010, e l’intreccio di scandali di varia natura che circondavano l’ambiente vaticano si era ingarbugliato a tal punto da fare apparire la scelta delle dimissioni come molto probabile. Che Papa Ratzinger si volesse (o dovesse) dimettere erano in molti, e non da ieri, a sostenerlo. Formiche a quel tempo lo sottolineò con uno speciale, intitolato “Nel mirino”. In quel numero della rivista lo storico Benedetto Ippolito rifletteva  su alcuni aspetti fondamentali della profonda visione ecclesiologica di Benedetto XVI, anche solo concentrando l’attenzione su alcuni scritti particolarmente stimolanti: “Spesso in saggi e conferenze di occasione Ratzinger ha proposto efficacemente tesi sistematiche e decisive, maturate a contatto con la grande tradizione scolastica, proponendo sintesi teologiche magistrali. Un esempio di rilievo è il discorso tenuto in occasione del conferimento del titolo di dottore in Teologia all’Università di Breslavia, ripreso in seguito come scritto d’abbrivio nel volume del 2002 La comunione nella Chiesa. Il titolo emblematico è ‘Fede e teologia’”.

Nello speciale “Nel mirino” Marco Andrea Ciaccia analizzava una serie di eventi  ricondotto al vertice della Santa Sede e al Papa: dal discorso di Ratisbona del 2006, alla beatificazione di Pio XI, alle accuse pesanti ed infondate alle gestione dello Ior da parte di Ernesto Gotti Tedeschi, fino alle insinuazioni dei rapporti collusivi tra la Chiesa e la mafia.



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