Ancora un giorno infausto per la libertà religiosa. L’antico monastero siriaco ortodosso di Mor Gabriel, fondato nel 397 e conosciuto come uno dei principali luoghi sacri dell’Oriente cristiano è stato confiscato dal Diyanet, il ministero degli affari religiosi turco. La confisca riguarda 50 luoghi di culto, tra chiese e monasteri, anatolici, nella regione di Madrin. Il quotidiano turco-armeno Argos ha reso noto che sono già stati presentati i ricorsi contro la confisca di una ventina di essi, e si sta procedendo anche per gli altri trenta.
La battaglia legale è cominciata nel 2008, quando sostenendo che non erano coltivati, vennero confiscati 250 ettari di terreno del monastero, e definiti “foreste” demaniali. Successivamente, con il peggiorare del quadro politico, la storia si è complicata: le ricostruzioni di stampa parlano di accuse di proselitismo, poi della scoperta di una preesistente moschea, difficile da immaginarsi essendo il monastero precedente l’avvento dell’islam.
Ora è la trasformazione di Mardin in municipalità metropolitana a creare le condizioni per la confisca dei beni e delle proprietà definite senza identità legale.
Il monastero di Mor Gabriel è gestito dalla Mor Gabriel Foundation che si è rivolta così alle competenti autorità turche: “La Midyat Syriac Deyrulumur Mor Gabriel Monastery Foundation è stata costituita sulla base del decreto del Sultano Abdülmecid Han in epoca ottomana, nell’anno 1267 secondo il calendario islamico, 1851/1852 secondo il calendario gregoriano, riconosciuta dalla Turchia nel 1935 e dal 2002 riconosciuta anche come Fondazione di una comunità religiosa”. La citazione della decisione del 2002 è estremamente significativa. Si tratta dell’anno in cui Erdogan e il suo partito proposero e ottennero il varo della legge che apriva la strada al recupero da parte di vari enti ecclesiastici, a cominciare dal patriarcato armeno e da quello greco-ortodosso, di centinaia di beni confiscati a entità cristiane sin dai tempi della nascita della Turchia di Ataturk.
Le speranze alimentate dal grande 2002 sono sempre più lontane. Ma molti musulmani turchi hanno voluto esprimere la loro solidarietà ai cristiani di Turchia. Hanno così condannato “ una chiara violazione della libertà religiosa e dei diritti delle minoranze religiose oltre che dei trattati internazionali, a partire dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo.” I siriaci sono un’antichissima comunità che utilizza l’antica lingua aramaica nella liturgia. Questa minoranza, con la sua particolare identità linguistica, sociale e culturale, è una ricchezza e merita di essere tutelata e conservata anche quale importante patrimonio dell’umanità.