Nessuna reazione ufficiale della galassia a 5 stelle, per il momento, riguardo al telegramma che attesterebbe un incontro tra Beppe Grillo e la diplomazia americana, avvenuto nel 2008.
Un pranzo che, pur non costituendo ovviamente un “reato”, potrebbe imbarazzare non poco il leader del Movimento di fronte ai suoi militanti, soprattutto se si ripercorrono le tante dichiarazioni e battaglie del comico genovese, ultima quella contro la costruzione del Muos in Sicilia, condotta proprio contro gli interessi americani.
Un doppio atteggiamento
In realtà le “frequentazioni americane” di Grillo, per alcuni, potrebbero essere meno sporadiche di quanto si possa pensare.
In tempi non sospetti fu l’ex ministro socialista Gianni De Michelis, in un’intervista nella trasmissione radiofonica La Zanzara, su Radio 24, a lanciare il sospetto di un legame tra Grillo e gli Stati Uniti.
Frasi, al tempo, duramente criticate dai grillini e che, se allora potettero sembrare eccessivamente fantasiose anche ai commentatori più avvezzi alla dietrologia, risultano essere oggi particolarmente sibilline, se non inquietanti.
“Mentre ai tempi della guerra fredda – commentò De Michelis – c’era uno schema preciso ed era prevalente la contrapposizione col blocco comunista, adesso questo non c’è più e ha reso generali gli scontri d’interessi. Grillo potrebbe essere utilmente utilizzato ai fini di indebolire la situazione dell’Europa e dell’Italia. Svolgerebbe lo stesso ruolo che Syriza ha in Grecia. Una vittoria di Grillo aumenterebbe il consenso dei repubblicani e degli ambienti conservatori, svantaggiando Obama”.
L’ex ministro socialista si soffermò poi sulla figura meno nota del Movimento, il meneghino Gian Roberto Casaleggio, secondo alcuni il vero guru del 5 Stelle.
Lo stesso, titolare insieme ad altri soci dell’agenzia Casaleggio Associati, intrattiene con Grillo un doppio rapporto d’amicizia e professionale, gestendo il seguitissimo blog del comico genovese e organizzando con lui gli aspetti quotidiani della vita del Movimento.
L’imprenditore milanese è stato più volte tacciato, per motivi inerenti la sua professione di consulente di strategie aziendali, di intrattenere rapporti stabili con grandi società Usa, tra le quali la grande banca d’affari J.P. Morgan.
Collegamenti mai chiariti, senz’altro non sufficienti a stabilire anche un legame di tipo politico, ma sui quali si è addensato più di qualche pettegolezzo per De Michelis.
“Casaleggio non lo avevo mai sentito nominare” – concluse l’ex ministro – ma “ho scoperto che conta molto di più di quello che sembra. Mi hanno detto che ha una società e degli interessi in America, dunque potrebbe essere un elemento di questa teoria”.
E a dicembre 2012 una notizia ha destato molta curiosità: il cofondatore del M5S, Gianroberto Casaleggio, incontrò il guru informatico di Obama, Michael Slaby, capo del settore Integrazione e Innovazione “Obama for America”, giunto in Italia per una serie di dibattiti tra Roma e Milano. A raccontare i retroscena dell´incontro furono Jacopo Iacoboni e Francesca Paci sulla Stampa: “Slaby gli ha proposto di assistere a uno dei dibattiti pubblici milanesi. Ma Casaleggio, un maniaco della riservatezza, ha chiesto udienza in un «private meeting», un incontro a due. È avvenuto tra i velluti del Grand Hotel et de Milan”, si leggeva sul quotidiano torinese.