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Samba vietata alla Apple?

Alla Apple non si ballerà la samba? Il gigante dei computer califiorniano si è visto bocciare una richiesta di registrazione del marchio “iPhone”, che nel 2008 era stato ottenuto da una società brasiliana, la Gradiente.

Formalmente la decisione dell’Istituto brasiliano sulla proprietà industriale non impedisce a Apple di commercializzare nel paese sudamericano i suoi smartphone, con il nome che utilizza da anni in tutto il mondo. Ma così facendo si esporrebbe a rischi di dispute giudiziarie a cui la casa brasiliana farebbe probabilmente ricorso: Gradiente potrà infatti reclamare il diritto di uso in esclusiva del marchio “iPhone”.

Questo in base al fatto che Gradiente aveva avanzato la richiesta di registrazione del marchio “Gradiente iPhone” nel 2000, aggiudicandoselo nel 2008, secondo l’autorità brasiliana.
Apple invece aveva presentato la sua domanda solo nel 2007, l’anno del lancio del suo di iPhone, e oggi si è vista bocciare appunto la richiesta.

Non solo, l’ente brasiliano ha anche precisato che la casa californiana aveva presentato anche una domanda per annullare la registrazione del marchio di gradiente, in quanto quest’ultima non lo aveva utilizzato nei cinque anni precedenti e che per questo era spirato. Tuttavia alla fine dello scorso anno, forse fiutando questo pericolo, Gradiente aveva lanciato a sorpresa il suo “Gradiente iPhone”, scatenando polemiche con il gruppo Usa.

In realtà esiste un precedente paragonabile, e nella stessa madre patria di Apple: gli Stati Uniti. Nel 2007 quest’ultima aveva infatti risolto tramite un accordo un contenzioso aperto con il gruppo informatico Cisco, che aveva registrato i diritti di utilizzo del marchio iPhone nel 2000. Non è da escludere che preclusa la strada giudiziaria, ora Apple cerchi di chiudere la questione con un accordo diretto con Gradiente. Qualcosa di simile era avvenuto poi lo scorso anno in Cina, con un produttore che in quel caso rivendicava di aver registrato il marchio “iPad”. Oggi le autorità brasiliane hanno aggiunto che tra i requisiti valutati per assegnare i diritti di utilizzo di un marchio vi sono l’anteriorità della registrazione e l’obiettivo di non creare confusione tra i consumatori.



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