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San Valentino ai tempi di Internet

Quest’anno a San Valentino anche rose e cioccolatini diventano virtuali. Per i meno fantasiosi esistono lettere d’amore preconfezionate o la possibilità di immortalare il proprio sentimento con pochi click: carichi la vostra foto preferita, scrivi la dedica al tuo amato e ti ritrovi in un grande album virtuale. E poco importa se mai nessuno riuscirà a sentire il profumo di quei fiori o ad assaporare quei dolci cioccolatini. C’è di buono che i primi non appassiscono mai e restano a portata di smartphone per ogni qualvolta vogliamo riassaporare quei momenti.

Ma la tecnologia uccide i sentimenti?

Per Claudia Ceccarelli dell’Istituto di struttura della materia (Ism) del Cnr di Roma, esperta del rapporto tra web e giovani, non bisogna essere così catastrofici. “Nel 2013 non serve più spedire una lettera giorni prima, le emozioni sono affidate a flussi di comunicazione ben più immediati. Parole dolci, pensieri affettuosi, poesie d’amore di autori celebri, in rete finisce e si trova proprio tutto”. Il cambiamento nelle modalità di espressione dei propri sentimenti determinato dalla rivoluzione hi tech quindi è un fenomeno importante che va valutato con attenzione, senza eccessive preoccupazioni: “Magari si tratta di una moda fugace, come quella dei lucchetti a Ponte Milvio, ma con una differenza sostanziale: ormai non sono più solo gli adolescenti ad affidare i propri affetti al web. Anche i più grandi cedono a queste modalità: cercano il partner giusto, si dichiarano e si lasciano senza nemmeno guardarsi in faccia”, prosegue Ceccarelli.

Chat e social network si diffondono sempre di più. Ma nel nostro Paese sono ancora gli sms a farla da padrone: “Tutte le persone che possiedono un telefonino mandano, in media, almeno un messaggino al giorno: circa 63 milioni di messaggi per 57 milioni di cellulari”, riferisce la ricercatrice.

La tecnologia ha ucciso i sentimenti autentici, allora? “Diciamo che on-line ormai si cerca tutto”, conclude Ceccarelli, “anche quel sano romanticismo che a volte, per mancanza di allenamento, non riusciamo più a esprimere diversamente. Così decidiamo di affidare l’eternità del grande amore alla nostra memoria informatica”.

 


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