Skip to main content

L’Ocse sui condoni sconfessa Berlusconi

Continuare la riforma del mercato del lavoro rendendo più flessibili assunzioni e licenziamenti e accorciando i tempi dei procedimenti giudiziari, con la contemporanea realizzazione della “rete universale” di protezione sociale già in programma. Questo il primo consiglio che l’Ocse dà all’Italia nel rapporto “Obiettivo Crescita”, diffuso a Mosca in occasione del vertice del G20.

Oltre che sul lavoro (“mercato duale” con “un’eccessiva tutela” per alcune forme contrattuali e rete di protezione “frammentata”), l’Ocse punta i riflettori italiani sulle tasse (“il cuneo fiscale sui lavoratori a basso reddito è elevato e l’evasione è alta”), sul sistema scolastico (“scarsi risultati nonostante il livello di spesa”), sulle barriere alla concorrenza (inclusa l’elevata proprietà pubblica) e sulla scarsa applicazione delle leggi. Tra le raccomandazioni, la riduzione della tassazione sul lavoro, compatibilmente con la situazione fiscale, le privatizzazioni e il “vade retro” ai condoni fiscali.

Lo studio che l’Ocse realizza dal 2005, individua cinque priorità per ciascuno dei Paesi industrializzati e per i Brics con l’obiettivo di migliorare il tenore di vita nel lungo termine, rafforzando produttività e occupazione. Per l’Italia la constatazione di partenza è che “il Pil pro capite ha continuato a contrarsi, collocandosi ben al di sotto della media superiore dell’Ocse”, ovvero quella dei migliori della classe. Per questo indicatore la Penisola è infatti 19esima sui 34 Paesi membri dell’organizzazione. In base ai dati Ocse, tra il 2006 e il 2011 il Pil pro capite italiano è diminuito dello 0,1% annuo, dopo essere aumentato dello 0,6% annuo nel 2001-2006. La produttività al 2011 è calata dello 0,1% annuo (dopo +0,4% al 2006), riflettendo una flessione dello 0,8% dell’efficienza del lavoro che ha più che annullato gli incrementi in intensità di capitale (+0,3%) e in capitale umano (+0,4%).



×

Iscriviti alla newsletter