Il 19 agosto si ricorda la scomparsa di Alcide De Gasperi, il più grande statista della storia repubblicana in Italia, avvenuta a Borgo Val Sugana in provincia di Trento nel 1954. Padre nobile della Democrazia Cristiana, amico personale e politico di don Luigi Sturzo fondatore del primo partito di cattolici in Italia, il PPI, il cui simbolo era lo Scudocrociato, insegna di autonomia e di libertà.
De Gasperi cattolico a tutto tondo, leale uomo delle istituzioni, statista, protagonista del “popolarismo” seppe coniugare tradizione e modernità della storia del cattolicesimo politico, avendo particolare attenzione per la condizione dei deboli. La conquista di un tetto, di un lavoro, di un salario rappresentavano per la DC degasperiana la via per rafforzare la democrazia e per far crescere l’idea di libertà nella coscienza degli italiani. Da qui le decise conquiste economiche e sociali di una Italia libera che si proiettava in una Europa libera. È auspicabile che gli italiani riconoscano a De Gasperi e al suo partito i grandi meriti avuti nella crescita del benessere e nell’allargamento della democrazia, sempre nella libertà.
Un’esperienza quella della DC degasperiana che non può essere relativizzata o considerata accidente della storia, ma un progetto consapevole funzionale a tirare fuori l’Italia dalla crisi profonda causata dalla fine del fascismo e dal dopoguerra. Fu una scelta vincente che portò il Paese a vivere un’era di sviluppo negli anni ’50 e ’60 del XX secolo mai vista prima. Chi è stato partecipe di quella storia deve sentirsi orgoglioso e fiero per il tanto bene fatto agli italiani. A 63 anni dalla scomparsa del grande statista trentino sarebbe auspicabile riflettere sulla lezione degasperiana e rilanciarla nello scacchiere politico italiano, deprivato di proposte, programmi e progetti utili alla causa della crescita e dello sviluppo del nostro Paese.
Definire l’“ubi consistam”, da cui far scaturire programmi e linea politica per costruire un nuovo soggetto politico figlio dell’esperienza di De Gasperi è l’utopia di tanti democratici, cattolici e laici.