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Se i cittadini fanno oh…

Povia è un cantautore che ha avuto la ventura di vincere un’edizione di Sanremo con una canzone facilmente orecchiabile che mi è piaciuta molto: “Quando i bambini fanno oh”. Un modo straordinario di raccontare la capacità dei più piccoli di provare meraviglia per tutto; una delle cose che gli adulti perdono più facilmente. Perché la meraviglia nasce dall’ignoranza delle cose e del mondo, dall’ingenuità, dalla fede cieca in quello che gli adulti raccontano, anche se sono favole come Babbo Natale o Biancaneve.

Caratteristiche che nell’età adulta, per definizione, si dovrebbero perdere. Si dovrebbero…

Ma ignoranza ed ingenuità possono avere varie forme. Si possono avere un sacco d’informazioni ed essere profondamente ignoranti. Non è la quantità di informazioni alle quali possiamo avere accesso e che siamo chiamati ogni giorno a gestire e metabolizzare (aumentata a dismisura con le tecnologie digitali) ad arricchirci, ma la capacità critica derivante da consapevolezze lentamente maturate, da riflessioni approfondite, da studi attenti e faticosi, da un confronto continuo con gli altri.

Se è vero che esiste una forma di violenza di alcuni poteri nei confronti dei cittadini, come canta Povia ultimamente, altrettanta violenza esiste in coloro che promuovono sistematicamente campagne di disinformazione. Oltretutto alimentando rancori, asti ed atteggiamenti di rifiuto che rendono la società sempre più conflittuale, frammentata e debole, sempre più esposta ai rischi di violenza, e quindi di derive autoritarie.

Povia ha deciso di condurre una battaglia contro l’euro, per il ritorno ad una moneta sovrana. E lo ha fatto anche nei giorni scorsi, dalla sua pagina facebook (il social network a maggiore diffusione al mondo), invocando il ritorno alla lira per risolvere il problema della ricostruzione post-terremoto di Ischia. Ora, in un paese in cui il Belice, l’Irpinia, l’Aquila stanno ancora lì, come grida a cielo aperto, a testimoniare l’inefficienza del sistema di ricostruzione nazionale del paese a fronte di eventi drammatici (anche quando eravamo dotati di una moneta sovrana), venirci a raccontare che dovremmo tornare alla lira per poter essere sicuri di una celere ed efficiente ricostruzione suona come un grottesco affronto al buon senso.

Non al nostro, che adulti siamo purtroppo diventati già da tempo; e conosciamo quindi le inefficienze di un sistema paese in cui le classi dirigenti pensano principalmente a gestire il potere in una logica di appropriazione dei profitti (solitamente di dubbia liceità) e socializzazione delle perdite. Ma nei confronti di quelle migliaia di cittadini che si fanno turlupinare da chi, come Povia, mette in relazione due cose che c’entrano come il proverbiale “cavolo a merenda”.

Persone che evidentemente provano ancora “meraviglia”, come i bambini, per messaggi assolutamente insensati. Ma mentre i bambini ci fanno sorridere, e siamo pronti a guardarli con benevola simpatia, gli adulti rimasti bambini a me personalmente fanno paura.

Il fatto che il mondo sia governato da una ristretta cerchia di persone ed istituzioni finanziarie potentissime ha poco a che fare con l’euro. Così come l’austerità seguita negli anni più recenti ha a che fare ben poco con l’euro e molto di più con l’incapacità di capire che proprio spostando la sovranità ad un livello sovranazionale (cosa che ad oggi non è ancora avvenuta in Europa) sarebbe stato forse possibile gestire la crisi con un sistema democratico e legittimo, piuttosto che con logiche corporative nazionali legate all’esercizio del veto da parte di ciascun governo nazionale.

Ancora meno ha a che fare con l’euro l’esistenza di un debito pubblico, in Italia, tra i maggiori al mondo, accumulato in quarant’anni di serio impegno di una intera classe politica, che ha oltretutto gettato al vento l’occasione propizia della diminuzione dei tassi d’interesse dovuti all’ingresso nella moneta unica.

Che la governance economica e politica di questa Unione Europea intergovernativa ed antidemocratica sia inefficiente, sbagliata, perversa, iniqua credo sia sotto gli occhi di tutti. Prendersela con l’euro e la Bce, unici strumenti di difesa degli interessi di noi cittadini europei da classi politiche di mascalzoni ed incapaci è pura follia.

Tra l’altro, è doveroso ricordare che il 95% dei fondi per la ricostruzione dal terremoto di Amatrice provengono proprio dall’Unione Europea.

È venuto il momento di dirlo con chiarezza: non è l’euro in sé che è dannoso, ma il suo rilascio nell’ambiente insieme al tristemente famoso monossido di diidrogeno (DHMO, H2O). Si, proprio il celebre composto organico responsabile delle micidiali scie chimiche degli aerei e veicolo fondamentale di quelle piogge acide che avvelenano il pianeta.

Probabilmente qualcuno ha abbandonato l’uso del pericolosissimo monossido di diidrogeno per darsi al monossido di etano (H2C6O)…


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