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Perché Gabrielli sbaglia. Parola di poliziotto

Lo sgombero di Piazza Indipendenza è diventato un caso che sta catalizzando l’attenzione del Viminale tanto che sono in preparazione nuove linee guida che vieteranno l’autorizzazione di sgomberi se prima non sarà stata trovata una sistemazione per tutti gli occupanti.

Due giorni fa la Polizia è stata chiamata a liberare Piazza Indipendenza, antistante Palazzo Curtatone, edificio di proprietà del fondo Omega e per quattro occupato da rifugiati per la maggior parte di nazionalità eritrea. L’intervento delle forze dell’ordine è stato preceduto da 5 giorni di trattative. Tra giorni fa il Comune di Roma ha trovato una sistemazione per tutti i rifugiati di via Curtatone. Gli eritrei sarebbero stati dislocati tra Rieti e strutture della zona Casilina. Un centinaio, dei circa 600 occupanti, hanno rifiutato le soluzioni proposte preferendo rimanere nella ex sede di Federconsorzi.

L’intervento delle forze dell’ordine ha attirato su di sé le critiche di stampa, Ong come Unicef e persino dello stesso Capo della Polizia Franco Gabrielli.

LE PAROLE DI CECCHINI (ITALIA CELERE)

Nella giornata di ieri l’ex Prefetto di Roma ha puntato il dito contro due eventi. Il primo riguarda una frase infelice pronunciata dal funzionario responsabile del servizio. “Se ci tirano qualcosa addosso gli spacchiamo un braccio”, si sente dire in un video ripreso da tutte le testate. Gabrielli ha affermato che saranno presi seri provvedimenti e che non si faranno sconti al funzionario. “Mi chiedo perché il Capo della Polizia interviene solo per esprimere reprimende nei confronti dei poliziotti che sbagliano. Qualche giorno fa a Sanremo due poliziotti, un uomo e una donna, sono stati aggrediti da tre maghrebini ubriachi nel corso un intervento, il collega ha perso la milza. Perché in quell’occasione il Capo non ha detto una parola?” – dice a Formiche.net Andrea Cecchini, segretario di Italia Celere sindacato dei poliziotti impegnati in ordine pubblico – “Certamente le parole del collega, dirigente del servizio, sono state sbagliate ma non credo che quello di “spezzare un braccio” fosse un ordine. Va ricordata la circostanza nella quale sono state pronunciate quelle parole: la polizia stava rincorrendo alcuni migranti che erano scappati e che non avrebbero raggiunto mai. Inoltre vanno considerati altri due aspetti: l’attualità del pericolo, ovvero la probabilità di ricevere ulteriori violenze, e la proporzionalità “spaccare un braccio” non è “sparare”. In ogni caso il dirigente che ha pronunciato quelle parole è un collega di specchiata professionalità, quelle parole erano un’iperbole che non hanno leso alcun diritto”. Eppure quella frase potrebbe costare caro al dirigente con 25 anni di anzianità, le parole di Gabrielli potrebbero tradursi in uno stop alla carriera del funzionario. “Io mi chiedo, cosa sta succedendo intorno al fenomeno dell’immigrazione. Perché c’è questa difesa di ufficio? Chi stanno difendendo?” – si chiede amaro Cecchini – “Mi sembra che ci siano interessi tali da riuscire a far sacrificare la testa dei poliziotti, ma noi non ci stiamo non vogliamo essere sacrificati per quello che ha tutto l’aspetto di un interesse di casta”.

L’IMPIEGO DELL’IDRANTE E LE SCELTE DEL QUESTORE

Altra questione spinosa è stata l’impiego dell’idrante per disperdere i manifestanti. Anche su questo il Capo della Polizia ha mosso non tanto velate critiche. “I protocolli sull’impiego dell’idrante li firma il Capo della Polizia. Chi decide l’utilizzo dell’acqua è il funzionario, il dirigente dell’ordine pubblico che poi sarà in contatto diretto con la sala operativa, il Capo di Gabinetto e il Questore” – aggiunge Cecchini – “La funzione dell’idrante è solo preventiva per evitare che ci siano contatti tra manifestanti e Polizia. Inoltre prima di entrare in funzione parte una sirena che avvisa i manifestanti “”””. In ultima analisi, dunque, la decisione di impiegare l’idrante è del Questore quindi nelle parole di Gabrielli si trova una critica all’operato del Questore di Roma Guido Marino. “Non si può far finta di non sapere. Quando si deve utilizzare uno strumento complesso e costoso come l’idrante arriva un’ordinanza del Questore che ne predispone l’utilizzo” – prosegue Cecchini – “I movimenti dell’idrante sono studiati a tavolino dal dipartimento di PS, con protocolli che sono autorizzati dal Capo della Polizia non c’è nulla di improvvisato”.

“CONTRO LA POLIZIA ATTI DI TERRORISMO”

Prima dell’impiego dell’idrante i poliziotti erano stati oggetto di una fitta sassaiola da parte degli occupanti di piazza Indipendenza. “Appena arrivati siamo stati accolti da un fitto lancio di oggetti e sassi da parte degli occupanti. Sono state lanciate anche tre bombole del gas: una accesa, una vuota ed una, la più pericolosa, con il gas aperto ma spenta” – racconta il segretario di Italia Celere – “L’ultima era una vera e propria bomba, e se avesse trovato una piccola scintilla, anche solo una sigaretta, avrebbe potuto fare una strage. Questi, voglio essere chiaro, sono atti terroristici a tutti gli effetti. Non ci sono altre parole per definirli. Noi siamo stanchi, per questo ad ottobre organizzeremo una manifestazione, si chiamerà “Noi famiglia polizia”. Scenderemo in piazza con le nostre famiglie, i nostri figli. Vogliamo far capire che la foto che ritrae un poliziotto che accarezza una migrante non è un caso isolato, noi quei gesti li compiano ogni giorno, ogni volta che vediamo una persona in difficoltà”.

“DUE PESI E DUE MISURE”

“Come potremo mai lavorare serenamente in ordine pubblico se sappiamo che per una frase sbagliata rischiamo il posto di lavoro?” – si chiede Cecchini. L’impressione di chi ha dovuto gestire l’ordine pubblico è quella di essere stati “scaricati” da chi avrebbe dovuto “proteggerli” anche dal punto di vista mediatico. “A me sembra di vedere due pesi e due misure. Da un lato si fa fatica a raccontare quello che i poliziotti hanno subito in piazza, i video che testimoniano le violenze che hanno subito gli uomini in divisa sembrano spariti” – chiosa Cecchini – “Dall’altro se ne demonizza l’operato per una frase infelice. E il primo a demonizzarci è proprio il Capo della Polizia Gabrielli. Ci aspettavamo tanto da lui, ci aspettavamo che rigenerasse l’immagine della Polizia, invece l’ha distrutta”.

 

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