Con i vaccini obbligatori arrivano nuove prescrizioni anche per gli insegnanti? Sì, anche se poi nessuno controllerà che professori e maestri siano effettivamente vaccinati.
Il Parlamento ha stabilito che per potersi iscrivere a scuola, bambini, alunni e studenti da 0 a 16 debbano essere vaccinati contro 10 malattie. La legge prescrive che anche il personale che lavora nelle scuole presenti una dichiarazione che attesti l’effettuazione delle dieci vaccinazioni obbligatorie, ovvero tetano, poliomelite, difterite, haemophilus influenzae tipo B, epatite B, pertosse, morbillo, varicella, parotite e rosolia. Il personale ha 3 mesi di tempo dall’entrata in vigore della legge, per consegnare la propria dichiarazione, dunque la scadenza è fissata al 16 novembre.
Qual è il problema? Lo ha segnalato il sito specializzato Orizzonte Scuola. “Alla dichiarazione non deve seguire nessun’azione, nemmeno nel caso in cui il personale non abbia fatto alcuna vaccinazione (o parte di esse) o nel caso non ricordi se li abbia fatti o meno. La legge, infatti, non prevede che il personale debba poi vaccinarsi”. Peraltro per molti insegnanti sarà complicato ricordare con precisione vaccinazioni fatte – in teoria – molti anni prima.
In cosa si traducono i nuovi obblighi, quindi? Secondo il Secolo XIX nella produzione di “una strabordante produzione di scartoffie”. Secondo i calcoli di Tuttoscuola.it, le autocertificazioni da produrre sarebbero 1,4 milioni, pari a 67 quintali di carta.
Certo, le scuole potrebbero effettuare controlli sulle autocertificazioni. Il problema, a questo punto, sarebbe recuperare, tramite le Asl, i certificati vaccinali del personale risalenti in molti casi a decenni prima. Un’impresa ai limiti dell’impossibile, considerato, peraltro, che i dati più vecchi di una decina d’anni raramente sono stati informatizzati. Insomma, non si vede chi potrebbe controllare le autocertificazioni, tanto più che le scuole hanno già manifestato seri problemi nel verificare la documentazione relativa agli alunni.
Nel frattempo scuole, Regioni e Ministero sono alle prese con i problemi più seri: la verifica dei certificati relativi agli studenti, quelli in mancanza dei quali scatteranno le sanzioni e, nel caso dei bambini del nido e della materna, il divieto di frequenza.