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Trump sta per perdere altri due fedeli collaboratori?

Secondo le informazioni ottenute dalla CNN, Keith Schiller, storico, ventennale aiutante/bodyguard che Donald Trump si è portato dietro anche alla Casa Bianca, starebbe per dare le dimissioni. Reazione di Sarah Huckabee Sanders, la portavoce del presidente: “Non è vero”. Formalmente ci sarebbe di mezzo il compenso, dicono le fonti della CNN: Schiller guadagna attualmente 165mila dollari all’anno, meno del suo ingaggio nel settore privato (249mila erano i soldi che prendeva dalla Trump Organization, dove nel 1999 entrò come guardia del corpo part-time). Però pare che dietro all’imminente allontanamento ci sia, di nuovo, lo zampino del capo dello staff John Kelly.

IL GENERALE NORMALIZZATORE

L’ex generale dei Marines che Trump ha spostato dalla guida del dipartimento della Homeland Security per assegnargli il polso del gabinetto presidenziale, sta facendo un repulisti tra i collaboratori più estremisti all’interno della Casa Bianca. Questo riordino generale, secondo diversi osservatori, è frutto della momentanea vittoria nel braccio di ferro interno al potere trumpiano del clan dei normalizzatori, ossia un gruppo di collaboratori e membri dell’amministrazione, tutti di alto livello, che vorrebbero riportare la presidenza Trump su una traiettoria di un’amministrazione repubblicana più tradizionale (normale?) – l’immagine ultima della situazione è il licenziamento dello stratega trumpiano Steve Bannon, considerato il capo del clan opposto, quello dei rivoluzionari, quelli con cui lo stesso Trump ha però più feeling istintivo.

CHI È SCHILLER

Schiller attualmente ricopre il ruolo di direttore delle operazioni dello Studio Ovale: al di là della sua posizione formale, l’eventuale partenza lascerebbe Trump senza il principale e più fedele dei suoi collaboratori, in questa fase complicata di riassetto dello staff. Ex agente del Dipartimento di polizia di New York (è lì che aveva conosciuto “The Donald”), Schiller ha maturato negli anni un rapporto estremamente stretto con l’attuale presidente: lo descrivono come colui che più di tutti ha gli strumenti per tradurre il mood di Trump, un confidente. Coloro che hanno lavorato alla campagna elettorale erano soliti dire che era più importante piacere a Schiller che ai dirigenti del comitato. Trump incaricò lui di consegnare personalmente la lettera di licenziamento al direttore dell’Fbi James Comey, che era a Los Angeles per un convegno – la mossa di esautorare il capo del Bureau è stato forse la più controversa della presidenza, aprendo nuovi scenari sul Russiagate.

LA CASA BIANCA CON KELLY

Da quando Kelly è diventato capo dello staff, Schiller avrebbe accumulato parecchia frustrazione perché il generale ha ridotto al minimo l’accesso diretto al presidente. Ogni collaboratore, compresi i famigliari come Ivanka e Jared Kushner, devono passare per il suo ufficio al piano terra della West Wing prima di ottenere un incontro diretto con Trump. È uno dei filtri di normalizzazione che Kelly ha imposto per riordinare i lavori interni alla Casa Bianca; un altro, per esempio, il controllo delle informazioni di stampa che vengono passate nello Studio Ovale.

L’ORA DI OMAROSA

Un’altra collaboratrice che Trump si è portato dietro dal privato – nel caso, dal talent show “The Apprentice” che conduceva – e che ha visto dalla fine di luglio ridursi sensibilmente i propri contatti con il Prez è Omarosa Manigault. Manigault, secondo diverse fonti che parlano con i media americani, è uno dei bersagli principali della dieta informativa che Kelly ha imposto a Trump, essendo stata in questi mesi forse-la-principale pusher di notizie negative, o spropositatamente positive, o ancora strambamente cospirazioniste, arrivate sulla Resolute Desk. Pare che fu lei, per esempio, a raccontare per primo a Trump dei commenti negativi sulla sua presidenza fatti durante il programma “Morning Joe” della Nbc, dai quali nacque l’imbarazzante guerra di tweet che il presidente lanciò contro i due conduttori. Manigault è famosa per essere uno squalo sul posto di lavoro: Trump la tiene vicina perché ne apprezza la fedeltà (per dire, una volta minacciò fisicamente una giornalista non benevola con il presidente dicendole che i funzionari della Casa Bianca aveva raccolto un dossier sporco su di lei), ma Kelly gliela vuole allontanare.

Il generale-di-gabinetto del presidente sta lavorando per tenere a distanza dallo Studio Ovale tutto quel mondo strampalato che ha fatto vincere Trump e di cui il presidente s’è fatto rappresentante ultimo: il lavoro potrebbe essere utile per l’azione di governo, probabilmente lo sarà meno sotto il punto di vista dei consensi. Ai fan Trump piace perché non è un presidente normale.


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