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Pfas in Veneto, le parole di Zaia e la posizione di Lorenzin

regionalismo, LUCA ZAIA POLITICO LEGA

Scontro tra Luca Zaia e Beatrice Lorenzin sulla presenza di Pfas nelle acque potabili. Il presidente della Regione Veneto ha annunciato, dopo il rifiuto del Ministero della Salute di intervenire a livello nazionale, che nelle prossime settimane procederà a una “drastica riduzione dei limiti della concentrazione di Pfas nelle acque potabili”.

LE PAROLE DI ZAIA

“Non c’è che da prendere atto – ha detto Zaia – dell’atteggiamento scandaloso del Ministero della Salute che, negando la necessità di fissare limiti nazionali per la concentrazione di Pfas nelle acque potabili, fa finta di non vedere la realtà e, di fatto, ci dice di arrangiarci. Annuncio che da questo momento ci arrangiamo e, in piena autonomia, procederemo a una drastica riduzione dei limiti in Veneto”. L’acronimo Pfas stra per impermeabilizzanti perfluoro-alchilici, una classe di composti chimici utilizzati in campo industriale per la loro capacità di rendere i prodotti impermeabili all’acqua e ai grassi.

LA RISPOSTA DI LORENZIN

Sulla vicenda dell’inquinamento da Pfas il ministero della Salute “è intervenuto con l’Istituto superiore di sanità e non solo abbiamo individuato il problema ormai qualche anno fa, ma abbiamo invitato la Regione Veneto a procedere e ad arginare quello che è un fenomeno ad altissimo rischio per tutta la popolazione”, ha spiegato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin riferendosi alle polemiche con la regione Veneto sulla vicenda. “Come ministero – ha aggiunto – abbiamo stanziato le risorse pari a quanto aveva sostenuto come spesa la Regione Veneto, attuando al contempo altre procedure che sono intervenute”. Su questo tema, ha concluso, “facciamo tutto ciò che va fatto in base alla tutela e salubrità delle acque e con il Consiglio superiore di sanità e i nostri report, siamo costantemente sul tema”.

LE RAGIONI DELLO SCONTRO

Lunedì scorso la Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute ha respinto la richiesta avanzata dalla Regione Veneto di fissare un limite nazionale di performance per la presenza di sostanze perfluoro alchiliche nelle acque, e la riproposizione delle tabelle dello studio del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) del 2013, da cui appare evidente la presenza significativa di tali sostanze in varie altre zone d’Italia. “Ho incaricato – rivela Zaia – il Direttore Generale di Arpav Nicola Dell’Acqua, nella sua veste di Coordinatore della Commissione ‘Ambiente e Salute’, organismo che, con delibera del 13 giugno scorso, ha assorbito le competenze della ‘Commissione Tecnica Pfas’, di convocare al più presto l’organismo in questione con il mandato di definire una proposta di drastica riduzione dei limiti in Veneto, che la Giunta regionale approverà al più presto possibile, dando agli Enti Acquedottistici l’indicazione di uniformarsi con sollecitudine alle nuove disposizioni”. “Prendiamo così atto – ha aggiunto Zaia – che a livello governativo manca la volontà politica di gestire questo problema, basti pensare agli 80 milioni di euro promessi per la messa in sicurezza degli acquedotti e mai stanziati”.

UN PROBLEMA NAZIONALE, NON SOLO VENETO

Ad essere inquinato dai Pfas, gli impermeabilizzanti più diffusi al mondo, non è però solo il Veneto. La regione guidata da Luca Zaia, però, conosce bene il problema perché la fabbrica Miteni di Trissino, Nord Ovest di Vicenza, fa uso di tali sostanze e il territorio circostante presenta alti tassi di concentrazione di Pfas. Per questa ragione Zaia aveva chiesto l’intervento del Ministero, sia per le bonifiche che per l’attivazione di un piano nazionale che provvedesse ad abbassare i limiti della concentrazione di tali sostanze. “Non abbiamo certo timore di arrangiarci – ha affermato Zaia – e lo faremo, ma non ci si può nascondere la considerazione che un limite nazionale avrebbe evitato svariati pesanti contenziosi, come sta già accadendo per gli scarichi industriali, dove la nostra Regione soccombe in quanto i ricorrenti hanno buon gioco nel sostenere che in questi casi non possono esistere limitazioni diverse da quelle nazionali”.



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