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Il Fatto di Marco Travaglio tra (pochi) entusiasmi e (molta) freddezza su M5S, Di Maio e primarie

Virginia Raggi e Marco Travaglio fatto quotidiano

Non proprio una festa, più una “seduta psicanalitica di gruppo” cui dare i voti, come a scuola. Il Fatto Quotidiano diretto da Marco Travaglio ha pubblicato oggi le pagelle dei partecipanti alla festa di Rimini del Movimento 5 Stelle: insufficiente Di Maio, seguito da un sufficiente Roberto Fico e poco più su Beppe Grillo e Virginia Raggi con un sei e mezzo di incoraggiamento. Il migliore di tutti, anche se non era presente, Alessandro Di Battista, che da Roma “ha seminato ovazioni e pure lacrimucce”.

DI MAIO APPESANTITO

Doveva essere la festa di Luigi Di Maio, il giorno dell’incoronazione a candidato premier del Movimento 5 Stelle alle prossime elezioni politiche del 2018, ma a Rimini Di Maio non è stato certo il primo della classe, secondo il Fatto, che gli ha assegnato solo un 5. “Ha vinto una partita che non esisteva – si legge – e dalla festa è uscito con un sorriso forzato”. Pochi applausi dalla platea e il fantasma di Fico che aleggiava nell’aria, Di Maio ha dimostrato un “buon autocontrollo. Però la corona appena presa pesa già un quintale”. Peggio del candidato premier, solo Davide Casaleggio (5-), la cui presenza “è stata come il suo tono di voce, appena percepibile” e su cui ricade “il flop di votanti sulla piattaforma Rousseau”.

I RIFLETTORI SOTTO IL PALCO…

Pare essersi avverato il paradosso di Ecce Bombo, il film di Nanni Moretti, in cui il protagonista si chiede: “Che dici, vengo? Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?”. Roberto Fico c’era, alla festa di Rimini, un po’ in disparte, sicuramente non sul palco, ma lo hanno notato tutti. “Dopo aver esasperato i vertici con i suoi silenzi – si legge sul Fatto, che gli ha assegnato un 6 – ha seminato dardi contro il candidato”. E così, infine, si riconosce la presenza di correnti (una guidata da Fico, appunto) all’interno di un Movimento che si faceva forte della sua unità interna.

IL LEADER DEL FUTURO

Uno fuori dal palco, l’altro proprio in un’altra città. Alessandro Di Battista è riuscito a scaldare gli animi della festa del Movimento anche solo attraverso un videomessaggio da Roma. Rimasto a casa per la nascita del figlio, Di Battista – secondo le supposizioni del quotidiano di Travaglio – “pensa seriamente di fermarsi un giro per fare il papà e scrivere libri. E poi magari ritornare da leader”.

LE SINDACHE A 5 STELLE

Malgrado il 6,5 assegnato a Virgnia Raggi, qualche stilettata arriva anche alla sindaca di Roma. “Reduce da infiniti guai e autogol – si legge nell’articolo di Luca De Carolis -, a Rimini ha trovato una folla osannante”, ma a leggere bene pare che anche al Fatto si chiedano perché. “Per il popolo a 5 Stelle – si legge infatti – ‘Virginia’ va sempre difesa, a prescindere”. Non ha bisogno di essere difesa, invece, la sindaca di Torino Chiara Appendino, cui il Fatto dà un 7 pieno. “maglietta con fiocco e passo marziale, è il M5S che governa e che non discute. Militare”.

STOCCATE SPARSE

Senza voto, ma la stoccata è arrivata anche alla deputata Paola Taverna. La firma è quella di Andrea Scanzi, ondivago nelle critiche al Movimento e mai sorpreso dalle boutade dei vari esponenti (compresi Grillo e Casaleggio). Alla deputata romana, Scanzi non perdona di aver paragonato il Movimento a suo figlio, “se un figlio sbaglia la madre deve rimproverarlo”. Ma, scrive Scanzi “il M5S non è un club privato e men che meno suo figlio: è la prima o seconda forza politica italiana. Nel momento in cui ha deciso di essere non più Meet Up bensì soggetto politico, ha implicitamente deciso di sottoporsi al giudizio altrui”.

TRAVAGLIO DISAMORATO

Le critiche al Movimento non sono mancate neanche da parte del direttore del Fatto, Marco Travaglio, a torto o ragione considerato vicino ai 5 Stelle, ai quali però ha dedicato un editoriale piuttosto duro il 20 sttembre. “Mentre festeggiano il decimo anniversario del battesimo al V-Day, i 5Stelle sembrano nati ieri. Dovrebbero essere in quarta elementare, sono ancora all’asilo nido”, scriveva Travaglio, secondo cui le primarie farlocche e i disordini siciliani sono “la prova dell’eterna immaturità, impreparazione, improvvisazione, inadeguatezza di un movimento che cresce fuori, ma non dentro”. Di più: Travaglio non sa neanche se li voterà nuovamente in futuro. Intervistato da Affari Italiani, ha detto: “L’ultima volta ho votato i 5 Stelle, ma mi interessa molto sapere che cosa vogliono fare in politica estera ed economica, dove c’è ancora molta confusione nel programma. E soprattutto mi interessa vedere se è vero che hanno pronta una squadra di ministri all’altezza della situazione”.



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