Sono poco più di 108 miliardi, in calo di 13 miliardi rispetto allo scorso anno. Al 30 giugno 2017 i crediti deteriorati dei 13 principali gruppi bancari italiani rappresentano l’8,41% dei crediti netti che arrivano invece a quota 1.329 miliardi dai 1.307 di dodici mesi prima. Le cifre sono fornite dal Centro studi “Orietta Guerra” della Uilca, la sigla che si occupa di credito, esattorie e assicurazioni per via Lucullo, la quale per bocca del suo responsabile, Massimo Telatin, annuncia buone notizie: “Considerati i molti progetti di cessione di Npl annunciati, si presume che i crediti deteriorati dovrebbero scendere ulteriormente nei prossimi mesi, aiutati anche dal miglioramento della crescita economica”.
COMPOSIZIONE CREDITI DETERIORATI
A far la parte del leone nella composizione del paniere sono le inadempienze probabili, pari a 55,6 miliardi, e le sofferenze che sfiorano i 50 miliardi, in calo rispettivamente di 5,4 e 6,9 miliardi rispetto al 30 giugno 2016. Pesano molto meno invece i past due, ovvero le esposizioni scadute e sconfinate da più di 90 giorni, che ammontano a 2,8 miliardi in calo di 638 milioni su anno.
CREDITI DETERIORATI NEI 13 GRUPPI PRESI IN ESAME
Fra i 13 principali gruppi bancari del Paese è Unicredit quello che detiene la quota maggiore di crediti netti, 450,2 miliardi, ma è Intesa Sanpaolo ad avere in pancia il numero più alto di Npl: 27,8 miliardi su un totale crediti di 393,5 miliardi. L’istituto guidato da Jean Pierre Mustier ne possiede invece poco più di 23 miliardi. A seguire, molto distanziati per quantità di crediti ma meno per quantità di Npl, Montepaschi e Banco Bpm, che vantano 15,5 e 14,2 miliardi di crediti deteriorati, e ancora più giù troviamo Ubi (8,4 miliardi), Popolare dell’Emilia Romagna (5,8 miliardi), Carige (3,6 miliardi), Cariparma (2,7 miliardi), Credito Valtellinese (2,3 miliardi), Popolare di Sondrio (2,2 miliardi), Banco Desio (878 milioni), Credito Emiliano (793 milioni) e Volksbank (631 milioni). In totale, appunto, 108 miliardi e 458 milioni. Da segnalare che i crediti netti aumentano ovunque fatta eccezione per Montepaschi, Banco Desio, Banco Bpm, Carige, Credito Valtellinese e Popolare Emilia Romagna mentre i deteriorati calano ovunque con punte di 4,7 miliardi a Siena che beneficia dell’accantonamento straordinario effettuato.
COMPOSIZIONE CREDITI DETERIORATI NEI 13 GRUPPI PRESI IN ESAME
Per quanto riguarda la divisione in seno ai diversi istituti, si evidenzia il testa a testa tra sofferenze e inadempienze probabili. In Intesa Sanpaolo, Popolare Emilia Romagna, Volksbank e Banco Desio prevalgono le sofferenze, in tutti gli altri le inadempienze probabili. I past due raggiungono le percentuali più elevate in Popolare di Sondrio, dove raggiungono il 9,2%, Credito Valtellinese e Credito Emiliano, più basse in Banco Bpm, Intesa Sanpaolo e Volksbank.
SOFFERENZE NETTE
Leader nel possesso dei crediti deteriorati, Intesa Sanpaolo lo è pure in quello delle sofferenze nette con quasi 14 miliardi, -975 milioni rispetto al 30 giugno dello scorso anno. Seguono Unicredit con 10 miliardi (-901 milioni), Montepaschi con 7 miliardi (-3,3 miliardi), Banco Bpm a 6,9 miliardi (-891 milioni), Ubi a 4 miliardi (-25 milioni). Ben distanziati Popolare dell’Emilia Romagna che ha in pancia 2,9 miliardi di sofferenze nette, in calo di 76 milioni su anno, Carige e Cariparma a 1,2 miliardi (rispettivamente -88 e -4 milioni), Popolare di Sondrio a 758 milioni (-9 milioni), Credito Valtellinese – che ha dimezzato la cifra in un anno – a 609 milioni, Banco Desio a 470 milioni (-11 milioni), Credito Emiliano a 339 milioni (-7 milioni), Volksbank a 333 milioni (-9 milioni).
INADEMPIENZE PROBABILI
All’incirca la stessa classifica per quanto riguarda gli oltre 55 miliardi di inadempienze probabili. Ca’ de Sass al 30 giugno scorso ne possiede 13,5 miliardi (-889 milioni su base annua), Unicredit 12,2 miliardi (-880 milioni), Montepaschi 7,9 miliardi (-1,1 miliardi), Banco Bpm 7,2 miliardi (-1 miliardo). Scendendo troviamo Ubi con 4,1 miliardi (-723 milioni), Popolare Emilia Romagna con 2,7 miliardi (-308 milioni), Carige con 2,3 miliardi (-223 milioni), Credito Valtellinese con 1,6 miliardi (-76 milioni), Cariparma con 1,4 miliardi (-155 milioni), Popolare di Sondrio con 1,3 miliardi (-3 milioni). Nelle retrovie Credito Emiliano con 423 milioni (-3 milioni), Banco Desio con 392 milioni (-20 milioni) e Volksbank con 288 milioni (-26 milioni).
PAST DUE
A differenza delle altre due tipologie, gli Npl in situazione “disperata” – ovvero i past due – sono in maggiore quantità nelle tasche di Unicredit (848 milioni, -58 milioni rispetto a un anno prima) e di Montepaschi (573 milioni, -282 milioni). Solo terza Intesa Sanpaolo con past due per 336 milioni (-101 milioni), seguita da Ubi (246 milioni, -56 milioni), Popolare di Sondrio (211 milioni, -81 milioni), Popolare dell’Emilia Romagna (192 milioni, unica controcorrente con un aumento di 46 milioni), Credito Valtellinese (153 milioni, -45 milioni). A fondo classifica troviamo Carige (83 milioni, -18 milioni), Cariparma (61 milioni, -13 milioni), Credito Emiliano (32 milioni, -4 milioni), Banco Desio (16 milioni, -1 milione) e Volksbank (11 milioni, -2 milioni).