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Elezioni, evitiamo una tragedia greca

I risultati delle urne consegnano un Paese diviso e arrabbiato. Lo scenario è evidentemente inquietante ma, mai come in questi casi, occorre tenere i nervi saldi. Già alle prime proiezioni, si sono sommate le dichiarazioni di esponenti di Pd, Pdl e Lista Monti che hanno anticipato l’idea che possa essere plausibile tornare a votare. E’ una bestemmia: non si può definire diversamente una ipotesi che non tiene conto delle regole costituzionali e delle opportunità politiche.

Tocca al presidente della Repubblica verificare se ci sono o meno le condizioni per formare un governo e, anche se è vigente una legge elettorale vergognosa, il nostro resta un sistema parlamentare che non prevede l’elezione diretta del presidente del Consiglio. Trovare una intesa alla Camera e al Senato è un tentativo tutt’altro che formale.

Per i partiti – tutti perdenti – si tratta della opportunità ultima e definitiva di dimostrare di essere capaci di produrre riforme istituzionali (legge elettorale, monocameralismo e riduzione del numero dei parlamentari nonché del loro stipendio). Diversamente, se chiamati ancora alle urne, gli italiani non potranno che riservare un vero e proprio plebiscito a Beppe Grillo. Conviene? Neppure il fondatore del Movimento 5 Stelle se lo augurerebbe. Per non parlare dei mercati. Meglio la grande coalizione tedesca che la terribile deriva greca.


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