Quando in campo scende un signore che dispone di un patrimonio di 80 miliardi di dollari ovviamente non ce n’è per nessuno. Anche se per decenni nel feudo di Verona banchieri e imprenditori l’hanno fatta da padroni. L’arrivo di Warren Buffett (9,05%) nell’azionariato di Cattolica Assicurazioni ha messo il turbo alle azioni della compagnia guidata dall’ad Alberto Minali (+17,3% con il 6,3% del capitale passato di mano nella seduta di venerdì 6), in considerazione della possibile accelerazione del progetto di trasformazione in spa, di un successivo risiko e di una definizione in tempi rapidi di un nuovo accordo di bancassurance.
Non solo: il blitz del finanziere statunitense, secondo i commenti a caldo sull’asse Milano-Verona, ha anche messo in discussione il progetto di ampio respiro e di medio termine che Carlo Fratta Pasini, presidente di Banco Bpm, aveva in qualche modo abbozzato per arrivare a un’intesa bancario-assicurativa con Cattolica. È noto. infatti. che la compagnia veneta ha sciolto da un anno l’alleanza che la legava alla Popolare Vicenza (sono stati i commissari della banca berica a vendere il 9% di Cattolica a Buffett il 9,05% per 116 milioni), mentre l’istituto di credito guidato dall’amministratore delegato Giuseppe Castagna sta per scegliere il nuovo partner assicurativo dopo la fine dell’accordo con UnipolSai ed entro fine mese deve decidere se apparentarsi con la francese Covea o con la stessa Cattolica.
Quest’ultima pista piace molto all’ala veronese del Banco Bpm e sembrerebbe la soluzione più logica. Il progetto potrebbe poi comportare uno step successivo sul fronte della governance. Non è escluso che Fratta Pasini, veronese classe 1956, tra qualche anno possa puntare alla poltrona presidente di Cattolica, sponsorizzando al contempo l’ascesa al vertice del Banco Bpm di un imprenditore solido quale Sandro Veronesi. Mister Calzedonia (l’ad dell’azienda, Marisa Golo, siede già nel cda della banca), potrebbe essere quella figura di industriale con visione internazionale da portare ai piani alti dell’istituto di Piazza Meda.
Va ricordato che l’imprenditore, a capo di mini-impero da 2,15 miliardi di euro di ricavi, ha deciso di scommettere sulle potenzialità del Banco Bpm arrivando a detenere un pacchetto azionario pari allo 0,5% del capitale (da inizio anno vi ha investito 19,7 milioni). E tale shopping (magari sostenuto da Fratta Pasini, che lo vorrebbe socio forte della banca) potrebbe continuare, visto che pochi giorni fa è stata costituita la Calzedonia Investments.
Adesso però la comparsa sulla scena del peso massimo Buffett potrebbe scompaginare i piani dei veronesi. Va ricordato che fino a qualche anno fa per i suoi investimenti in Italia l’Oracolo di Omaha si confrontava con Angelo Moratti, figlio del patron della Saras Gianmarco ed esponente di una delle famiglie più facoltose e in vista di Milano, da sempre attenta agli equilibri politico-finanziari del capoluogo lombardo.
(Articolo pubblicato su MF/Milano Finanza, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)