Le analisi di Gennaro Malgieri sono sempre molto interessanti e quella di sabato 14 ottobre sul libro che sta morendo (“Il libro sta morendo e i non lettori aumentano. Che si fa?”) lo è in maniera particolare. Nulla da aggiungere sul calo dei lettori (dato allarmante e ricorrente soprattutto durante la Fiera di Francoforte che si è svolta la scorsa settimana).
Giusto inorridire di fronte alle campagne promozionali in quanto spesso sono (magari) anche belle ma sono (sovente) l’unica azione di promozione: sembrano dei trofei da esibire in occasione di qualche convegno tra i soliti cultori della materia.
Il libro sta morendo, che si fa? Invece di stracciarci le vesti e piangere una morte annunciata (ma che in fondo, per fortuna, non arriva mai per davvero…), proviamo a concentrarci sulla domanda: “Che si fa”? Ragionare sull’efficacia della misura di promozione della lettura è indispensabile. In Francia, mi risulta, stanno pensando ad una misura analoga al bonus italiano finanziata dai giganti del web. Il bonus di Renzi (che riguarda i libri e molte altre cose, concerti, teatri ecc.) ha avuto almeno un pregio: quello di farci riflettere su cosa si fa per la cultura in Italia.
Dio è morto, Marx è morto, ed anche libri e giornali pare che non se la stiano passando bene? Più che riflettere sulla seduzione del libro dovremmo, infatti, riflettere sul perché la cultura non riesca più a diventare seducente nella società democratica. Le motivazioni non dovrebbero mancare perché se è condivisibile che se il libro ha un cattivo destino l’umanità non lo avrà (come afferma Malgieri), è ancora più catastrofico (?) il fatto che si fa sempre più fatica a distinguere tra credenza e conoscenza.
E su questo i libri e i giornali, quelli “tradizionali e veri”, hanno molto da fare. Solo la cultura può proteggere le “democrazie dal loro successo” (cito a memoria dal libro di Violante e dal fondo de Il Foglio di lunedì 16 ottobre) e questo è un impegno che riguarda tutti, quotidianamente.
Ma per fare questo ci vogliono anche le risorse e la necessaria attenzione da parte dello Stato. Malgieri afferma che “le famiglie e la scuola hanno responsabilità oggettive nella scomparsa del libro dalle mani dei più giovani”. Bene, sarà pure vero, ma la domanda è sempre quella: “Che si fa”?
Siamo attenti ad incentivare l’efficienza energetica degli immobili (giustamente!), le spese per il veterinario e la palestra possono essere portate in detrazione (e ci mancherebbe altro!). Mettiamo la cultura e la lettura di libri e giornali almeno sullo stesso piano. Il Paese ci guadagnerà di più.
La Federazione Carta e Grafica propone di introdurre una misura strutturale, una detrazione che consideri l’acquisto di cultura (libri e giornali) analogamente a quanto si fa per il veterinario, le spese sportive e che riguardi tutti i cittadini.
Il costo sarebbe simile a quello del bonus cultura, ma la misura sarebbe focalizzata solo su alcuni “beni”, giornali e libri..
Pronti a scommettere che tra il “dovere “ alla lettura e il “piacere” della cultura qualche punto percentuale in più lo avremo e, soprattutto, lo toccheremo con mano nella società italiana.