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Mps, Banco Bpm, Ubi e Unicredit. Ecco chi taglia di più (e chi taglia meno) i costi

Non solo utile netto e commissioni in crescita. Ad aiutare i conti delle banche italiane nei primi sei mesi del 2017 anche il calo dei costi operativi, favoriti dalla flessione delle spese per il personale e amministrative. È quanto emerge dall’analisi dei dati patrimoniali ed economici dei 13 maggiori istituti di credito del Paese elaborata dal centro studi Uilca “Orietta Guerra”.

COSTI OPERATIVI

In totale i costi scendono flettono dell’1% e arrivano a 16,4 miliardi. Se però si tolgono dal gruppo Intesa Sanpaolo e Unicredit, risultano in crescita dello 0,7% attestandosi a 6,4 miliardi. Al momento a sostenere i costi maggiori è Unicredit che per far andare avanti la sua attività impiega 5,7 miliardi con una variazione su anno di -3,6%. Si tratta del calo più importante solo dopo quello di Banco Bpm (-5,5%) che da 1,6 miliardi scende a poco più di 1,5 miliardi. Segno mento anche per Credito Valtellinese (-2%, da 261 a 256 milioni), Popolare Emilia Romagna (-1,9%, da 640 a 628 milioni), Banco Desio (-1,6%, da 142 a 139 milioni), Montepaschi (-0,9%, intorno a 1,2 miliardi), Volksbank (-0,5%, da 98 a 97 milioni). In parità Intesa Sanpaolo, che dopo Unicredit vanta i costi operativi più importanti, intorno ai 4,2 miliardi. In crescita, invece, i costi sostenuti da Carige (+3,9%, da 256 a 266 milioni), Cariparma (+3,4%, da 486 a 502 milioni), Credito Emiliano (+2,9%, da 383 a 394 milioni), Popolare di Sondrio (+2,2%, da 234 a 239 milioni).

Costi operativi

SPESE PER IL PERSONALE

Calo dell’1,6% delle spese per il personale che passano da 10,2 miliardi a poco più di 10 miliardi. A guidare la pattuglia c’è il Credito Valtellinese (-8,2%, da 146 a 134 milioni), seguito da Volksbank (-5,2%, da 54 a 52 milioni), Banco Bpm (-4,8%, da 964 a 917 milioni), Unicredit (-4,6%, da oltre 3,6 a 3,5 miliardi), Popolare Emilia Romagna (-3,2%, da 398 a 386 milioni), Montepaschi (-2,6%, da 821 a 800 milioni). Spese per il personale in crescita, invece, per Ubi in cui aumentano del 12,2% arrivando a 717 milioni dai precedenti 639, Carige (+6%, da 143 a 152 milioni), Credito Emiliano (+2,8%, da 244 a 250 milioni), Popolare di Sondrio (+2%, da 115 a 117 milioni), Cariparma (+1%, da 301 a 304 milioni), Banco Desio (+0,4%, intorno agli 89 milioni), Intesa Sanpaolo (+0,2%, intorno ai 2,6 miliardi).

SPESE AMMINISTRATIVE

Flettono ma un po’ meno anche le spese amministrative che nei primi sei mesi dell’anno fanno registrare un -1% e sono sempre intorno ai 5,5 miliardi. I cali più marcati appartengono a Banco Bpm (-9,1%, da 549 a 499 milioni), Banco Desio (-5,4%, da 47 a 44 milioni), Montepaschi (-4,6%, da 356 a 340 milioni); seguono Intesa Sanpaolo (-1,8%, intorno a 1,2 miliardi), Unicredit (-1,4%, da poco più di 2,2 miliardi a quasi 2,2), Popolare Emilia Romagna (-1,2%, da 204 a 201 milioni). Le spese aumentano soprattutto in Ubi (+11,9%, da 327 a 366 milioni), Credito Valtellinese (+9,1%, da 99 a 108 milioni), Cariparma (+8,5%, da 141 a 153 milioni) e Volksbank (+7%, da 39 a 42 milioni); meno in Credito Emiliano (+2,5%, da 117 a 120 milioni) e Popolare di Sondrio (+1,5%, da 137 a 139 milioni).

Spese



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