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Silvio Berlusconi, il novello Rieccolo: tutti i perché di un sorprendente ritorno

Da Merano a Ischia la gente lo ferma per strada per farsi un “selfie” con lui, come se fosse capitan Totti. I giornalisti lo inseguono per avere lumi sul futuro governo, quasi fosse la Sibilla non Cumana, ma di sicuro Romana della politica. E la Merkel, amica ritrovata, lo interpella, mentre Putin, l’amico per la pelle, lo invita al compleanno.

Rieccolo, Silvio Berlusconi, ottantun anni compiuti, ma tutt’altro che “un grande avvenire dietro le spalle”, come chiunque avrebbe di lui pronosticato dopo le polemiche sul bunga-bunga che fecero il giro del mondo. Dopo la condanna per frode fiscale e l’addio al seggio senatoriale. Dopo il declino dell’ultimo dei suoi quattro governi, e la rottura con gli storici alleati, Fini e Casini. Persino dopo la vendita del Milan, l’amore di una vita.

Invece il leader di Forza Italia è tornato a dare le carte. Ha fatto ricorso in Europa per essere riabilitato alla candidatura in Parlamento, oltre che per contestare la condanna considerata ingiusta. E’ diventato l’interlocutore di Renzi e del Pd, il principale partito a lui avverso.

Come si spiega, allora, che il ritorno all’antico sia la novità politica del momento? Che il centro-destra, a lungo modesto, diviso e rassegnato alla sconfitta, sia ora col vento in poppa? Al punto che il risorto Berlusconi già avverte: se non avrà la maggioranza dei consensi alle elezioni, si ritirerà. Un modo per bocciare l’ipotesi delle larghe intese col Pd, e per sottolineare quanto si senta Cavaliere in sella.

La sua “ridiscesa in campo” è figlia soprattutto di due circostanze: il vuoto politico che si è creato in alternativa al centro-destra, con un centro-sinistra frastagliato e rissoso, e con il movimento di Grillo che ha perduto l’incanto del nuovo. Da oltre un anno Virginia Raggi governa la capitale d’Italia: chiunque può giudicarne i risultati.

Dunque, per molti risentire la voce di Berlusconi può apparire rassicurante, in un’Italia che si sente sofferente nel lavoro e impaurita dall’immigrazione. Anche fra i tanti cittadini che di lui non hanno alcuna nostalgia, nessuno negherebbe la capacità dell’uomo di cogliere le emozioni della gente, di saper coccolare speranze del tipo “meno tasse per tutti”.

Dietro l’inaspettato e per certi versi incredibile ritorno, c’è un messaggio di italiana semplicità, che la politica d’ogni colore farebbe molto male a sottovalutare.

(Articolo pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi e tratto dal sito www.federicoguiglia.com)



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