I risultati elettorali italiani hanno fatto il giro del mondo determinando, soprattutto in Europa, preoccupazione.
I mercati infatti non tifano a favore di uno schieramento o di un altro. Giudicano però le condizioni complessive di stabilità di un Paese. Nel rating di un debito sovrano la credibilità del suo governo è essenziale, come sa bene Berlusconi per esperienza diretta.
Da ieri, gli operatori finanziari esprimono tutto il senso della loro incertezza sulla sorte dell’Italia e della sua politica fiscale. Anzi, a ben leggere i dati, si può constatare che la somma dei voti espressi contro la moneta unica fanno la maggioranza assoluta dei consensi.
Come è stato detto con ruvida efficacia, l’Unione Europea non può permettersi un nuovo caso Grecia. Solo nel dirlo però si stimola la speculazione che sapendo che il nostro Paese è too big to fail intanto, per non sbagliare, infierisce.
Ecco perché il presidente del Consiglio in carica ed il presidente della Repubblica dovrebbero fare una dichiarazione forte e chiara per rivendicare che l’Italia ha e avrà un governo capace di garantire gli impegni internazionali e che quindi ogni allarmismo è destituito di fondamento.
La democrazia e la Costituzione non sono sospese.