Gli Stati Uniti potrebbero proporre all’Algeria un piano per la condivisione di informazioni raccolte da droni americani in volo sul territorio dello Stato africano e del Mali, dove Washington sta già fornendo informazioni di sorveglianza alle operazioni militari guidate dalla Francia.
L’obiettivo è di mettere le forze di sicurezza algerine nelle condizioni di uccidere o catturare terroristi presenti nello Stato africano e – in modo limitato – oltre i suoi confini. Lo riporta il New York Times, secondo cui l’amministrazione Obama punta ad azioni più decisive contro gruppi estremisti nella regione, soprattutto dopo l’attacco terroristico a un impianto a gas gestito dal colosso petrolifero inglese BP a In Amenas, in Algeria, e in cui morirono 37 persone di cui tre americani.
A Washington DC non è ancora stata deciso se fare o meno la proposta all’Algeria. Certo è, scrive il quotidiano americano, che si tratterebbe di un passo avanti per gli Stati Uniti, che hanno a lungo cercato la cooperazione del Paese in operazioni antiterroristiche ma il governo algerino ha preservato gelosamente la propria sovranità. Proprio durante la situazione di crisi a In Amenas, l’Algeria permise agli Stati Uniti di fare volare un drone di sorveglianza sopra l’impianto BP ma a una condizione: il velivolo sarebbe stato rimosso dai suoi cieli una volta finita l’emergenza.
La strategia degli Stati Uniti è confermata dal fatto che 100 truppe americane sono arrivate in Niger la settimana scorsa in vista della creazione di una base di droni pensati per sorvegliare la regione dell’Africa occidentale.