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Cdp, che cosa Costamagna e Gallia non possono fare. Parola di Guzzetti (Acri)

Di Giuseppe Guzzetti

Si è celebrata oggi a Roma, sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica, la 93ª edizione della Giornata Mondiale del Risparmio. Quest’anno il tema della Giornata è “Risparmio: quali prospettive?”. Insieme al Presidente di Acri, Giuseppe Guzzetti, sono intervenuti: il ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan, il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, il presidente dell’Abi Antonio Patuelli. Erano presenti alcune fra le più alte cariche dello Stato, esponenti del mondo politico e istituzionale, dell’economia e della finanza, la stampa e diversi rappresentanti dei consumatori e dei sindacati, per una partecipazione complessiva di oltre seicento persone. Pubblichiamo di seguito un breve estratto dell’intervento di Guzzetti (Redazione).

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Per un rilancio significativo dell’Italia sono più che necessari investimenti che si traducano in infrastrutture, funzionali alle logiche dello sviluppo. Il loro livello oggi risulta modesto, sia che lo si valuti in una prospettiva temporale, sia che lo si confronti con il resto dell’area euro.

Pur tenendo conto che la nostra spesa annua per interessi sul debito pubblico è pari a circa quattro punti di Pil, le condizioni sono oggi idonee per un piano di rafforzamento delle infrastrutture ai fini della messa in sicurezza e dell’ammodernamento del Paese.

La Cassa Depositi e Prestiti, di cui le Fondazioni di origine bancaria sono azioniste, sta dando un contributo non secondario in questo senso. Esprimiamo una positiva valutazione dell’operato di Cdp e il pieno sostegno al presidente Costamagna e all’amministratore delegato Gallia, che stanno assolvendo con competenza e impegno alla “nuova” funzione della Cassa di ente promotore dello sviluppo economico del Paese.

È, a nostro avviso, indispensabile evitare qualsiasi tentazione di coinvolgere Cdp in operazioni apertamente in contrasto con il suo statuto, che vieta di investire in aziende in perdita; ciò al fine di non comprometterne la capacità di sostegno all’economia, il patrimonio, gli equilibri di bilancio e di conto economico. Le Fondazioni azioniste non daranno mai il loro assenso – determinante per statuto – a simili operazioni.



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