È stato presentato a Roma l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Media Permanente Nimby Forum, database nazionale che dal 2004 monitora la situazione delle opposizioni contro opere di pubblica utilità e insediamenti industriali in costruzione o ancora in progetto.
Il convegno di presentazione dei dati 2016 ha visto la partecipazione, tra gli altri, del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, Alessandro Battaglino (Barricalla), Davide Corritore (MM), Stefano Dambruoso (Camera dei Deputati), Michele Mario Elia (TAP Italia), Luciano Floridi (Università di Oxford), Agostino Re Rebaudengo (Asja Ambiente Italia), Chicco Testa (Sorgenia).
La nuova edizione dell’Osservatorio racconta lo stato dell’arte della sindrome Nimby in Italia nel 2016 e conferma come il comparto energetico (56,7%) e quello dei rifiuti (37,4%) si contendano il podio dei No.
Federico Capurso in un articolo su Formiche.net spiega che “l’ambiente si conferma, come nella precedente edizione, la grande palude in cui i Nimby trascinano, in nove casi su dieci, l’imprenditoria italiana. Secondo l’Osservatorio, le contestazioni proliferano con più facilità nel settore energetico (56,7% dei casi) e in quello dei rifiuti (37,4%). Ma sono i nodi che si stringono intorno al mondo dell’energia a lasciare perplessi. Gli idrocarburi, nel 2016, sono ancora il comparto che solleva il maggior numero di opposizioni specifiche, eppure, allargando lo spettro, sono le fonti rinnovabili, nel loro variegato complesso, ad aver attirato il 75% dei casi di contestazioni. E tra i progetti colpiti dall’opposizione dei Nimby spiccano gli impianti per il fotovoltaico, per l’eolico e il geotermico. Insomma, proprio quelle soluzioni un tempo invocate come salvifiche per la liberazione dagli idrocarburi sono diventate il nuovo nemico numero uno del popolo del no”.