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Il libro di rivelazioni (e critiche) sulla politica estera di Obama

Mentre sulla scena politica internazionale i riflettori sono puntati sul primo viaggio del nuovo segretario di Stato, John Kerry, in Europa e Medio Oriente, negli Stati Uniti è in uscita un nuovo libro che critica fortemente la politica estera del presidente Barack Obama.

“Esitante”, “che controlla tutto”, “avversa al rischio”, “politicizzata”: sono questi i termini che usa Vali Nasr, professore universitario scelto nel 2009 da Richard Holbrooke, l’inviato speciale del dipartimento di Stato in Afghanistan e Pakistan, per descrivere la politica estera di Obama.

Nel libro “The Dispensable Nation” (La nazione superflua) Nasr offre una panoramica della gestione degli affari internazionali durante i primo mandato di Obama, dicendo che “il presidente aveva la preoccupante abitudine di consultare per le più importanti scelte in materia di politica estera un ristretto circolo di consulenti della Casa Bianca relativamente inesperti e il cui campo era strettamente politico”.

“Controllavano tutto”, ha detto a Nars l’ammiraglio Mike Mullen, fino al settembre 2011 presidente dell’organo dei capi di stato maggiore delle forze armate americane, sostenendo che l’allora segretario di Stato Hillary Clinton non avrebbe ricevuto molto sostegno dalla Casa Bianca.
“La mia speranza è che Kerry riesca a fare di più, ma è ancora presto sta certamente cercando di coinvolgere di più gli Stati Uniti, ma ci deve essere una fondamentale e strategica decisione dalla Casa Bianca di riorientare l’approccio”,  ha detto Nars al Daily Telegraph.



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