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Tutti i posti in ballo per Grillo e i grillini in Camera e Senato

Pierluigi Bersani gli ha offerto, neanche troppo velatamente, la presidenza della Camera ma, prima di decidere se puntare alla poltrona più alta di Montecitorio, il Movimento 5 Stelle può iniziare a discutere degli altri incarichi istituzionali che spettano al gruppo composto di ben 108 “cittadini” e secondo solo al Pd che, in virtù del premio di maggioranza, ne ha ben 292: dalla vicepresidenza della Camera ai segretari di presidenza al Questore.

Se la creatura di Beppe Grillo deciderà di ricoprire certi ruoli, probabilmente si capirà soltanto dopo l’avvio della legislatura, il 15 marzo. Ma è improbabile vi rinunci. Due giorni fa durante l’assemblea degli eletti a Roma i capigruppo Vito Crimi e Roberta Lombardi hanno dato al senatore salernitano Andrea Cioffi proprio l’incarico di individuare le “caselline da occupare” da parte dei 5 stelle. In Sicilia grillino è il vicepresidente dell’Assemblea e il presidente della commissione Ambiente, quindi una preclusione del Movimento verso gli incarichi istituzionali non c’è.

Dei quattro vicepresidenti dell’Assemblea, nella legislatura appena trascorsa due erano espressione di gruppi di opposizione: Rosy Bindi (Pd) e Rocco Buttiglione (Udc), gli altri due erano del Pdl. Stavolta è plausibile immaginare che uno dei vicepresidenti vada al M5S, uno al Pdl (terzo gruppo con 97 deputati) e gli altri due alla coalizione che ha preso il premio di maggioranza. Meno scontato il ‘colore’ dei vicepresidenti del Senato dove, non conoscendo ancora la maggioranza cui si darà vita, la situazione è più ballerina: il primo partito a livello di seggi è il Pd, seguito dal Pdl e da Grillo. Nella XVI legislatura uno era della Lega, uno del Pdl e due del Pd (compresa la radicale Emma Bonino). Anche a Palazzo Madama quindi i grillini potrebbero ottenere una vicepresidenza dell’Assemblea.

Del Movimento 5 Stelle sarà anche almeno un segretario di presidenza visto che i Regolamenti di Camera e Senato prevedono che tutti i gruppi debbano averne uno. Più delicata la questione del Collegio dei Questori, coloro cui spetta, tra le altre cose, il delicato compito di predisporre il progetto di bilancio ed il conto consuntivo delle Camere e in generale di gestire i fondi.
Un compito che affidare a un esponente del Movimento 5 Stelle, il partito che ha fatto della battaglia contro i privilegi della casta la sua priorità, sarebbe davvero rivoluzionario. A guardare la consistenza del gruppi, i grillini hanno tutti i titoli per aspirare a quell’incarico sicuramente alla Camera dove dei tre Questori, nella passata legislatura, due erano del Pdl e uno del Pd. Ma riservare un posto nel Collegio a un deputato dell’opposizione – dove Grillo ha più volte dichiarato di voler stare ribadendo no alle alleanze e no a qualsiasi governo – è una prassi non una norma del Regolamento che prevede semplicemente che l’elezione avvenga a scrutinio segreto con ciascun deputato (o senatore) che scrive sulla propria scheda due nomi per i vicepresidenti, due per i Questori, quattro per i Segretari. Sono eletti coloro che al primo scrutinio hanno ottenuto il maggior numero di voti. Insomma, se dare a un grillino le chiavi della ‘cassa’ di Montecitorio devono volerlo anche gli altri gruppi. Al Questore spetta un ufficio riservato, collaboratori, segretarie e un alloggio di servizio in uno dei Palazzi Marini.

Se non accade, comunque, anche l’incarico di vicepresidente è piuttosto prestigioso: non solo per l’ufficio che gli viene riservato e per la gestione periodica dell’Assemblea in assenza del primo inquilino ma anche perché i vicepresidenti si dividono il compito di guidare il comitato per gli affari del personale, il consiglio di amministrazione del fondo di previdenza del personale, il comitato di vigilanza sull’attività di documentazione, il comitato per la comunicazione e l’informazione esterna, il comitato per la sicurezza.

Posto che nasca un governo con una maggioranza, in assenza di colpi di scena e quindi considerando il Movimento 5 Stelle un partito di opposizione, Beppe Grillo potrebbe rivendicare per i suoi parlamentari la presidenza del Copasir e della Commissione Vigilanza Rai. Ma l’elezione del presidente avviene a maggioranza dei commissari e dunque non può che far parte di un accordo con gli altri partiti: se Grillo lo rifiutasse potrebbero spuntarla altri partiti di opposizione.

Oltre agli incarichi istituzionali, al trattamento economico e ai benefit dei parlamentari, e ai soldi e ai locali per il gruppo parlamentare, ai grillini saranno assegnati, anche degli uffici nei famigerati Palazzi Marini. Famigerati perché al centro della battaglia contro i tagli ai costi della politica: si tratta di quattro edifici in zona piazza San Silvestro, a due passi da Montecitorio, per i quali la Camera per anni ha pagato un affitto da capogiro alla Milano 90 srl, società dell’imprenditore romano Sergio Scarpellini. In quei palazzi ogni deputato aveva il suo ufficio. Poi, grazie alla denuncia della radicale Rita Bernardini, la Camera si è decisa a rescindere il contratto del Palazzo Marini 1 impegnandosi a fare lo stesso con gli altri tre, per i quali esiste un vincolo contrattuale, senza facoltà di recesso, con scadenze rispettivamente nel 2016, 2017, 2018. Sarà il nuovo ufficio di presidenza di Montecitorio ad assegnare ai gruppi, a seconda della loro consistenza, locali per i loro deputati.



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