C’è chi continua a fare insistentemente il suo nome per il dopo elezioni e chi, addirittura, sta pensando di inserirlo direttamente nel logo per esplicitare già in partenza quale sia la propria posizione in vista delle prossime politiche. Nel centrosinistra, in questi giorni, c’è un cognome che risuona in quasi tutte le conversazioni private o le interviste ai giornali: quello dell’attuale premier Paolo Gentiloni, al quale in moltissimi stanno guardando con sempre maggiore attenzione per il post-voto e non solo. Un’idea che sembra aver contagiato, almeno in parte, anche il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi che, non a caso, qualche giorno fa – alla presentazione del libro di Bruno Vespa (qui il resoconto dell’evento e qui le foto) – ha indicato in Gentiloni l’uomo giusto cui affidarsi nell’eventualità che il risultato delle urne non sia in grado di produrre una maggioranza di governo stabile. In quel caso – ha affermato il Cavaliere – sarebbe meglio andare avanti con l’esecutivo attualmente in carica che avrebbe il compito di traghettare l’Italia nell’arco di alcuni mesi a nuove elezioni.
Senza spingersi così in là, comunque, a Gentiloni si stanno rivolgendo anche pubblicamente molti rappresentanti di quella che potrebbe essere definita la vecchia guardia del centrosinistra italiano. Esponenti politici con una storia ben connotata che, però, non si sono fatti ammaliare dalle sirene dei Liberi e Uguali di Pierluigi Bersani, Massimo D’Alema e Pietro Grasso e che hanno scelto di rimanere nel Pd. E’ il caso, ad esempio, del ministro per i Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro che, nonostante la sua provenienza politica – in passato è stata parlamentare del Pci, del Pds e dei Ds prima di aderire ai dem-, non ha aderito alla scissione a sinistra dello scorso marzo. Intervistata qualche giorno fa dalla Stampa, Finocchiaro ha espresso un’idea piuttosto chiara su Gentiloni e sul perché, a fronte del calo dei consensi del Pd, il presidente del Consiglio continui a riscuotere grande fiducia in una buona fetta di elettorato: “Perché ha trovato la cifra giusta, in un momento di difficoltà del Paese, per il suo governo, oltre che per il suo agire personale: misura, equilibrio, serietà, mai aggressivo e mai sopra le righe, competenza e affidabilità. Con questo low profile così rasserenante per un Paese squassato“.
Parole simili a quelle pronunciate dall’ex presidente della Camera – sempre con un passato a sinistra, fin dai tempi in cui era deputato del Pci – Luciano Violante. Il quale anzi – in una conversazione con Dino Martirano del Corriere della Sera – è andato anche oltre. Nel senso che ha riconosciuto la leadership di Matteo Renzi come segretario del Pd ma anche espresso l’augurio che il centrosinistra si risolva a puntare su Gentiloni già in chiave elettorale: “Occorre riflettere sul ruolo che può avere nella prossima legislatura. È una personalità altamente inclusiva che non crea dissensi e, anzi, suscita consensi rilevanti. Noi dobbiamo cercare i consensi non solo tra gli italiani che hanno deciso di andare a votare. Un 50% di elettori potrebbe restare a casa perché non si sente attratto neanche dalla rappresentazione del rancore cavalcato da M5S e Lega. E Gentiloni potrebbe avvicinare molte persone al voto“. Come a dire: Renzi continui a occuparsi del partito e alla competizione elettorale ci pensi, invece, soprattutto l’attuale premier.
Che continua a riscuotere così ampi consensi da aver fatto venire a qualcuno anche l’idea di inserire il suo nome nel simbolo. Si tratterebbe del deputato Giacomo Portas che, stando ad alcuni rumors parlamentari, starebbe pensando di inserire nel simbolo del suo movimento “I moderati” l’espressione “per Gentiloni“. Voci che rendono plasticamente evidente quanto sia vasta la platea di coloro che, in vista delle prossime elezioni politiche, stanno facendo il tifo per la conferma a Palazzo Chigi del presidente del Consiglio. Che nel frattempo, sabato scorso, ha pure partecipato a un incontro sul clima organizzato dalla lista Insieme, formata da Psi, Verdi e prodiani. “Considero importante che una delle radici dell’Ulivo e del centrosinistra decida di impegnarsi per una futura alleanza di governo: abbiamo bisogno della spinta ecologista in politica“, ha commentato Gentiloni. E la campagna elettorale, almeno ufficialmente, non è ancora cominciata.