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Solo Landini biasima il nuovo contratto in casa Fiat

L’ultimo scoglio sugli aumenti in casa Fiat è stato superato. E’ stato firmato all’Unione industriale di Torino il rinnovo del contratto aziendale del Lingotto, che è arrivato dopo mesi di trattative tra Fim, Uilm, Ugl, Fismic e Associazione capi e quadri Fiat e l’azienda. Gli oltre 80mila dipendenti del gruppo da febbraio avranno 40 euro di aumento in paga base e, a partire da aprile, 120 euro di premio produttività.

L’accordo permette agli 86 mila dipendenti del Gruppo di avere un aumento in busta paga leggermente superiore a quello corrisposto per il 2013 con il contratto nazionale dei metalmeccanici (pari a 35 euro), a cui il Gruppo Fiat non ha aderito.

La soddisfazione del Lingotto

La delegazione del Lingotto ha espresso “soddisfazione per essere riusciti a raggiungere un accordo economico in un momento di grande difficoltà dei mercati”.

Segnale positivo per Bonanni

“La firma del nuovo contratto per i lavoratori della Fiat è un segnale positivo per tutto il Paese.
Il sindacato e l’azienda stanno facendo la loro parte, assumendosi le proprie responsabilità in un momento difficile dal punto di vista economico ed occupazionale”, ha detto il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni.

Il parere di Angeletti

“E’ un buon risultato per tutti i lavoratori del Gruppo: siamo soddisfatti”. Così il leader della Uil, Luigi Angeletti, ha commentato l’intesa raggiunta da Fiat e sindacati. “L’intesa, infatti, è stata raggiunta nonostante la redditività dell’impresa non sia brillante. Inoltre, sebbene la cifra sia modesta, è comunque superiore a quanto ottenuto in altre imprese metalmeccaniche”.

La critica di Landini

“La Fiat continua a scaricare la crisi e le sue scelte di investire dalle altre parti sui lavoratori'”, ha detto Maurizio Landini, segretario generale della Fiom-Cgil, secondo cui l’azienda “continua a chiudere stabilimenti, continua ad abbassare i salari delle persone, e non indica una via d’uscita dalla crisi che dia una prospettiva ai lavoratori e alle produzioni dell’auto in Italia”.

“Ai lavoratori in cassa integrazione – ha spiegato – non viene dato nessun aumento, e in un’azienda dove nel 2012 sono stati fatti 52 milioni di ore di cig questo vuol dire non tutelare in realtà il reddito, ma abbassarlo. Secondo il leader della Fiom, “gli unici miglioramenti che ci sono riguardano aver reintrodotto la tutela della maternità e degli infortuni, e ci sono stati grazie alla lotta e alle denunce che le lavoratici della Fiom hanno fatto. In più mi permetto di rilevare che trovo singolare che mentre ai dirigenti e all’amministratore delegato vengono dati aumenti di 9 milioni di euro, noi siamo di fronte al fatto che ai lavoratori della Fiat si toglie anche quella integrazione che esisteva sulla cassa integrazione, e quindi lì si abbassano gli stipendi”.

L’importanza dell’accordo per il Diario del Lavoro

“Il nuovo contratto Fiat sarà valido per tutto l’anno, alla fine del 2013 si negozierà un nuovo contratto che dovrebbe valere due anni. Il raffronto con il contratto di Federmeccanica è difficile, non fosse che perché si tratta di due cose differenti, ma i sindacati hanno salutato questo nuovo accordo come un fatto molto positivo”, sottolinea il Diario del Lavoro diretto da Massimo Mascini. “Certamente – prosegue – è importante che non siano stati i lavoratori a pagare l’uscita della Fiat da Confindustria. Se poi i dipendenti della più grande azienda meccanica del Paese hanno avuto 5 euro in più, meglio per loro. Ma quello che conta è che le relazioni industriali anche in questa difficile congiuntura vadano avanti, si negozi, si facciano accordi, magari per gestire crisi ed esuberi, perché questo significa che il sistema è valido, che si cerca di affrontare e risolvere i problemi”, si legge.



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