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Ecco come Nistri e Farina sono arrivati ai vertici dei Carabinieri e dell’Esercito

Lunghe trattative durate mesi, intensificatesi negli ultimi giorni e ore finché la scelta è caduta sul generale Giovanni Nistri, (in foto), che il Consiglio dei ministri ha nominato comandante dell’Arma dei Carabinieri. Da metà gennaio sostituirà Tullio Del Sette che dopo un mandato triennale, compresa la proroga avuta all’inizio di quest’anno, andrà in pensione. Nistri, che compirà 62 anni in febbraio, è stato finora il comandante della Divisione Ogaden con sede a Napoli e competente su Campania, Abruzzo, Molise, Puglia e Basilicata. Romano, tra l’altro ha comandato il Nucleo tutela patrimonio artistico, la Legione Toscana e la Scuola ufficiali dei Carabinieri a Roma. Si ricorderà, in particolare, il suo impegno per Pompei: dal dicembre 2013 al febbraio 2016, infatti, fu a capo della Direzione Generale del «Grande Progetto Pompei» per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio archeologico dell’area.

La corsa per il comando generale ha compreso soprattutto quattro nomi: oltre a Nistri c’erano Vincenzo Coppola, 63 anni, vicecomandante dell’Arma; Riccardo Amato, 62 anni, comandante del comando interregionale Pastrengo di Milano; Ilio Ciceri, 62 anni, che guida il comando interregionale Podgora di Roma. Negli ultimi giorni la terna si era ristretta a Nistri, Amato e Ciceri e ha coinvolto in trattative serrate, forse più del solito, tutte le principali istituzioni dal Quirinale in giù.

Il Consiglio dei ministri ha nominato anche il nuovo capo di Stato maggiore dell’Esercito in sostituzione del generale Danilo Errico che terminerà il mandato alla fine di gennaio. È stato scelto Salvatore Farina, 60 anni, alla guida del Joint Force Command della Nato a Brunssum, in Olanda, che era in ballottaggio con Claudio Mora, 61 anni, sottocapo di Stato maggiore dell’Esercito. Già da qualche mese, invece, non era più della partita il generale Paolo Serra, 61 anni, già Senior Security Advisor della missione Onu in Libia e braccio destro dell’inviato delle Nazioni Unite, Ghassan Salamé, e da poco a capo del Comando Forze Operative Nord (Comfornord).

Sia Nistri sia Farina avranno un mandato triennale, non prorogabile né rinnovabile, che dunque scadrà all’inizio del 2021. È la novità prevista dal Libro bianco della Difesa che però non sarà approvato in questa legislatura. Per questo motivo nell’ottobre scorso il governo utilizzò il decreto fiscale per inserire una modifica degli ordinamenti militari delle Forze armate e della Guardia di Finanza rendendo immediatamente applicabile il mandato triennale per i vertici.

Nella stessa giornata il Cisr (Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica) ha nominato tre nuovi vicedirettori dell’intelligence. Roberto Baldoni, docente alla facoltà di Ingegneria della Sapienza di Roma e direttore del Centro di ricerca Sapienza in Cyber Intelligence e Information Security, è uno dei nuovi vicedirettori del Dis (il Dipartimento che coordina le agenzie dei servizi segreti diretto dal prefetto Alessandro Pansa) e dovrebbe avere la delega alla cyber security. Un vice con questo specifico incarico è infatti previsto dal Decreto Gentiloni del marzo scorso che varò il Piano nazionale per la protezione cibernetica. Con la nomina di Baldoni, uno dei massimi esperti della materia, si entrerà nel vivo della gestione di un settore sempre più determinante per la sicurezza nazionale. L’altro nuovo vicedirettore del Dis è il generale dell’Esercito Carmine Masiello, oggi consigliere militare del presidente del Consiglio, mentre Giovanni Caputo, finora capo di gabinetto del direttore dell’Aise, Alberto Manenti, è stato nominato vicedirettore della stessa agenzia.

Sono rinviate alla scadenza naturale le altre nomine del comparto sicurezza e intelligence: tra aprile e giugno termineranno gli incarichi del direttore del Dis, Alessandro Pansa, dei direttori dell’Aise e dell’Aisi, Alberto Manenti e Mario Parente, e del capo della Polizia, Franco Gabrielli.



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