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Alle Falkland la maggioranza vuole lo status quo

Gli elettori delle Falkland, l’arcipelago delle Malvine per gli argentini, hanno confermato con una maggioranza schiacciante la volontà di mantenere lo status quo, ovvero la permanenza nel Regno Unito. Il referendum che si è svolto ieri, considerato “illegale” da Buenos Aires, si è concluso con il 99,8% di voti a favore. Dei 1.675 voti solo tre si sono espressi contro.

Buenos Aires aveva già fatto sapere di voler ignorare il risultato di una consultazione che considera “illegale”, dato che per l’Argentina la popolazione delle Falkland è costituita da coloni trapiantati dalla Gran Bretagna e non ha quindi alcun diritto a pronunciarsi sull’autodeterminazione; affermazione peraltro respinta dal Foreign Office, secondo il quale nel 1833 non esisteva alcun civile sull’isola, solo un contingente militare argentino sbarcato appena tre mesi prima.

Il governo argentino continua ad insistere sull’apertura di un negoziato bilaterale con Londra per risolvere un contenzioso che nel 2010 è salito di nuovo in primo piano dopo l’inizio di alcune prospezioni petrolifere nelle acque dell’arcipelago. Le rivendicazioni argentine sfociarono trent’anni fa in un’invasione delle “Malvinas”, ordinata dalla giunta militare del generale Leopoldo Galtieri: il conflitto – concluso con la resa formale delle forze argentine il 14 giugno del 1982 e costato la vita a 649 militari argentini e 255 britannici – affossò il prestigio dell’esercito e aprì la strada al ritorno della democrazia in Argentina.



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