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Le sfide del 2018 per lo sviluppo delle auto robot

cdp, distretti

Si chiude un anno che ha portato significativi passi avanti nello sviluppo delle auto autonome, che stanno diventando sempre meno un sogno e sempre più una concreta realtà. Se ne apre subito un altro che promette di essere altrettanto significativo e che dovrà dirci molto circa il futuro di questa tecnologia.

La corsa è soprattutto tra i colossi americani e i rivali cinesi e dell’estremo oriente. Vediamo quali sono le principali sfide che aspettano l’auto robot negli Usa nel corso del 2018, dalla necessità di armonizzare le regole alle opportunità che dovranno offrire le società di assicurazione, passando per l’abbattimento dei costi e i nuovi test necessari, con uno sguardo anche sull’ultima frontiera del driverless, i mezzi pesanti.

REGOLE PER TUTTI 

Il 2018 dovrebbe essere l’anno in cui si passerà dai test con un tecnico a bordo, pronto a prendere i comandi, allo step successivo, quando le vetture si muoveranno in contesti urbani o comunque su strade aperte al pubblico, senza che ci sia qualcuno a bordo in grado di intervenire in caso di necessità. Un simile passo in avanti richiede, tra l’altro, l’adozione di regole che siano uguali per tutti e che servano da guida per chi deve effettuare gli esperimenti.

Negli Stati Uniti la California è quella che ha per prima promulgato una legge in proposito, ma il settore industriale chiede che ci sia un a regola valida per tutti gli Stati. Attualmente ce ne sono 21 che permettono i test e la necessità di una regolamentazione che uniformi la materia non è più rinviabile. Se ne sta già discutendo in Parlamento e la speranza è quella di arrivare a una legge federale entro poco tempo.

GIÙ I COSTI 

Se il 2018 dovrà essere l’anno che segnerà una tappa fondamentale nello sviluppo della guida autonoma, il principale obiettivo dei soggetti impegnati in questa ricerca non potrà che essere quello dell’abbattimento dei costi. Oggi un’auto autonoma avrebbe prezzi proibitivi. Una Cruise della General Motors, con in dotazione oltre 40 tra telecamere, sensori, lidar e radar, costerebbe tra i 210.000 e i 250 euro. Troppo. Gm – che ha appositamente acquistato la start up Strobe – sta lavorando a ridurre, per esempio, la cifra necessaria per i lidar che oggi da soli costano oltre 16.000 euro l’uno. In un prossimo futuro il loro prezzo non dovrebbe superare i 250 euro.

Stesso discorso sul fronte batterie. Gm conta di ridurne il costo di un terzo nei prossimi tre anni, sviluppando contemporaneamente nuove tecnologie che ne riducano il consumo, garantendo così una maggiore autonomia.Grazie anche a questi sviluppi, nel 2025, sperano alla General Motors, i servizi di ride sharing su auto autonoma non dovrebbero costare più di un dollaro per miglio, un significativo risparmio rispetto ai 2 o 3 dollari a miglio che oggi si pagano per usufruire di servizi come quelli offerti da Uber e Lyft.

TEST IN CITTÀ

Il 2018 sarà l’anno in cui i più importanti marchi del settore scenderanno in campo con test nelle aree urbane, un passo decisivo per integrare le vetture driverless col tessuto delle città. Waymo è in vantaggio avendo già iniziato le prove senza nessuno a bordo a Phoenix, passo fondamentale per la prevista offerta di un servizio di robotaxi. Stesso discorso e uguale finalità per Gm che ha scelto New York per i propri testano le Bolt, mentre Ford, pur non avendo ancora indicato quale sarà la città in cui si dedicherà alle prove, ha spostato il proprio quartier generale della divisione guida autonoma da Dearborn, Michigan, a Detroit.

In ritardo, ma ancora certo non tagliata fuori dalla corsa, sembra paradossalmente Tesla, la più “moderna” della Case americane. Per ora Musk e i suoi – alle prese con mille altri problemi finanziari, organizzativi e tecnici – sembrano con centrarsi più sulla tecnologia dell’autopilot che su un’auto robot vera e propria. Una promessa che il ceo aveva fatto per la fine del 2017 e che è invece andata disattesa. Quello che inizia è l’anno giusto per correre ai ripari.

SVOLTA ASSICURATIVA

Il dibattito su chi sarà il responsabile in caso di incidente con una auto condotta dall’intelligenza artificiale è ancora aperto e sarà un argomento fra i più discussi nel 2018, anche se Tom Wilson, Ceo del colosso Allstate, ha dichiarato – in un’intervista nel  corso del 2017- che la responsabilità in quel caso ricadrebbe sicuramente sul costruttore.

Le driverless hanno come scopo principale di vita quello di ridurre la sinistrosità stradale, un evento che a detta di molti colpirà profondamente il mondo assicurativo che potrebbe vedere i propri affari diminuire del 70% entro il 2050, come ha confermato la società di consulting Kpmg in uno studio del giugno 2017. È della fine di dicembre l’annuncio dell’accordo tra Waymo, la società di Google che opera nel settore della guida autonoma, e la start up Trov che garantirà copertura assicurativa a passeggeri e beni trasportati a bordo dei taxi autonomi in servizio a Phoenix dal 2018.

MEZZI PESANTI DI CORSA

Il 2017 ha visto la crescita di un settore finora poco considerato nel mondo delle driverless, quello dei mezzi pesanti. La presentazione del Semi – il veicolo da trasporto di Tesla che sta già raccogliendo ordini milionari da parte di giganti del settore come Ups e Wal-Mart – ha dato il via a una corsa che nel 2018 vedrà tra i protagonisti Daimler, al lavoro sui test in Nevada, e Deutsche Post che svilupperà la proprie ricerche, però, in Germania. Anche Volvo, Waymo e Uber ( che ha per questo motivo acquisito la società Otto ) sono interessati a sviluppare progetti nel settore.

(Articolo pubblicato su l’Automobile, la testata diretta da Alessandro Marchetti Tricamo ed edita da ACI)


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