In attesa del Piano industriale che sarà presentato a fine gennaio, il rilancio internazionale di Leonardo è già partito, a iniziare da Tel Aviv. L’amministratore delegato del Gruppo, Alessandro Profumo, è stato in Israele per incontrare i rappresentanti della difesa e delle grandi aziende nazionali del settore. “Israele per noi è un partner di eccellenza: il Paese, le sue forze armate e le imprese giocano un ruolo chiave per Leonardo in molte aree differenti”, ha spiegato l’ad all’Ansa.
LA COLLABORAZIONE CON ISRAELE…
“Loro, da quel che ci dicono, sono un client partner molto soddisfatto e quindi per Leonardo tutto questo è molto importante”, ha aggiunto. Tra i temi del viaggio c’è, infatti, sicuramente l’M-346, l’addestratore avanzato di Leonardo che Israele possiede in 30 esemplari e che è alla base del sistema T-100, la soluzione offerta da Leonardo DRS per partecipare alla gara T-X dell’Us Air Force. “Avere un partner come le forze aree israeliane molto soddisfatte è un bel biglietto da visita”, ha detto Profumo. Anche perché il comparto industriale d’Israele partecipa al sistema M-346, non solo per i velivoli in uso presso le Forze aeree italiane e israeliane, ma anche per quelli destinati all’export, ad esempio con il casco Targo (Hmd, Helmet mounted display) utilizzato dai piloti, che rende l’addestratore di Leonardo l’unico trainer sul mercato con questa dotazione innovativa. Il Targo, infatti, avvicina significativamente alle modalità operative di un fighter di ultima generazione, massimizzando l’efficacia dell’addestramento. Tra l’altro, le aziende israeliane hanno anche un ruolo nella versione Fighter attack (FA) del velivolo, che il Gruppo di piazza Montegrappa ha presentato, lo scorso novembre, al salone di Dubai e che si aggiunge alle varianti AJT (Advanced jet trainer) per l’addestramento avanzato dei piloti militari, e FT (Fighter trainer) nel doppio ruolo. Eppure, ha spiegato ancora il manager, “i sistemi di addestramento M-346 sono una parte” della collaborazione con Israele, “visto che lavoriamo sui sistemi di difesa Oto Melara, sugli elicotteri e su molte altre aree”, tra cui la collaborazione tra l’israeliana Rafael e le controllata Leonardo DRS.
…ANCHE SU SPAZIO E CYBER-SECURITY
C’è infatti anche lo spazio. Ad agosto, il lancio del satellite OpSat3000 per il ministero della Difesa italiano ha visto Leonardo e l’industria israeliana lavorare fianco a fianco per un sistema che oggi è operativo e allo stato dell’arte. L’intero sistema è stato infatti fornito dall’azienda italiana attraverso Telespazio (Leonardo 67%, Thales 33%), primo contraente alla guida di un gruppo internazionale di aziende tra cui Israel Aerospace Industries (IAI), che ha realizzato il satellite nell’ambito di un accordo di cooperazione internazionale tra Italia e Israele, e OHB Italia, responsabile dei servizi di lancio. In via di sviluppo c’è invece la missione Shalom (Spaceborne Hyperspectral Applicative Land and Ocean Mission) per la quale il campione italiano sta sviluppando uno strumento iperspettrale di ultima generazione dedicato all’osservazione della terra che fornirà ai due Paesi dati fondamentali per la protezione dell’ambiente. A questo si aggiunge anche la cyber-security, un settore in rapida crescita in cui Israele può essere annoverato tra i Paesi all’avanguardia e che Leonardo ha ormai reso un ambito rilevantissimo della propria azione. Non è un caso che l’edizione europea 2017 (come quella 2016) di Cybertech, uno dei più grandi eventi a livello mondiale dedicato alle soluzioni di cyber-security e intelligence, si sia svolta a Roma e abbia avuto Leonardo come co-organizzatore e sponsor principale. “Visti i rapporti che abbiamo – ha detto ancora Profumo durante la visita israeliana – mi sembra giusto che l’ad di Leonardo abbia continui contatti”.
IL PIANO PER IL RILANCIO INTERNAZIONALE
Dopo la fase della ristrutturazione interna, la nomina di Profumo da parte del governo era subito apparsa come l’avvio della “fase due” in cui, ora, il viaggio dell’ad (“una delle prime visite che faccio”) si inserisce: il rilancio internazionale. In attesa della presentazione del Piano industriale, la nuova strategia commerciale prevede l’apertura di trenta nuovi uffici marketing in tutto il mondo nei prossimi tre/cinque anni e sei hub logistici per il supporto al cliente. Saranno affidati al nuovo chief commercial officer Lorenzo Mariani (carica voluta da Profumo proprio per rafforzare la penetrazione nei mercati internazionali) che, sempre a Dubai, aveva annunciato il progetto: “Abbiamo bisogno di un network di hub regionali che possano occuparsi di tutti i prodotti coinvolgendo le aziende locali”. Sempre a novembre, era stato proprio Profumo, in un’intervista al CorSera, a spiegare il riassetto internazionale: “Negli ultimi mesi sono stato due volte nel Golfo persico, tre volte in Polonia e Gran Bretagna, due volte in America, in Russia, in Nord Africa e innumerevoli altre volte in altri Paesi europei; consolidare e rafforzare il ruolo in questo campo o per noi la leadership in alcuni settori come gli elicotteri e l’elettronica, significa questo”.