L’unione dei principali partiti politici del centrodestra in vista delle elezioni del 4 marzo in un’unica grande coalizione è una notizia che non può che essere accolta positivamente dagli elettori di quest’area politica e da tutte le persone che si riconoscono in idee e valori liberali, conservatori, cattolici, identitari o, più genericamente, che non accettano il pensiero progressista.
Se però non ci limitiamo a un’analisi superficiale fermandoci a slogan e annunci elettorali, scopriamo che le divisioni tra gli alleati, a partire dai programmi, sono evidenti. Il rischio, in caso di una vittoria tale da avere i numeri per governare, è che le differenze tra i vari partiti diventino incolmabili paralizzando un’ipotetica azione di governo. Uno scenario che si potrebbe verificare poiché il centrodestra, in questi lunghi e complessi anni di governi tecnici e di sinistra, ha perso per l’ennesima volta l’occasione di costruire un progetto pre-politico basato sulla condivisione di idee e valori comuni.
Nel panorama politico contemporaneo il pensiero di Pinuccio Tatarella è attualissimo. Tatarella credeva in una destra più grande e in grado di raccogliere tutti coloro che non si riconoscevano nelle idee progressiste caratterizzando la sua azione politica con una serie di battaglie ancora moderne, tra tutte cito quella contro i “poteri forti”, termine che coniò per designare i gruppi di potere internazionale in grado di orientare le scelte economiche e politiche della nazione.
Tatarella ha saputo modernizzare la vecchia destra aprendola al contributo dei cattolici e del ceto medio moderato-conservatore e di orientamento anticomunista dando vita nel 1995 con il congresso di Fiuggi ad Alleanza Nazionale. Oggi manca la visione politica e culturale che ha caratterizzato l’operato di Tatarella sintetizzata nella sua frase “più che le tessere mi interessano le intelligenze”.
È necessario perciò, per intercettare le nuove generazioni, la vera sfida per il futuro della destra, compiere un’azione pre-politica che si concretizza in una serie di iniziative che la Fondazione Tatarella, fondata da Salvatore Tatarella in ricordo di Pinuccio, porterà avanti nei prossimi mesi.
Oltre a continuare l’attività di eventi, presentazioni di libri e convegni già in atto, e portare a compimento il ddl sul Premio Tatarella, la fondazione darà vita a una propria collana di libri con 2-3 pubblicazioni l’anno.
Ad essa si affiancherà un inserto all’interno della rivista trimestrale ”Nazione Futura” con articoli di approfondimento politico, culturale, economico.
Nei prossimi mesi organizzeremo convegni e iniziative in tutta Italia con il marchio della Fondazione per favorire un lavoro di rete con case editrici, centri studi e think tank. L’obiettivo è di rendere la fondazione sempre più un ente super partes in grado di aggregare le realtà culturali italiane del centrodestra favorendo il dialogo anche a livello nazionale riprendendo la storia di Pinuccio e Salvatore Tatarella.
Credo fermamente sia necessario dare vita a una piattaforma comune e condivisa da tutte le realtà culturali del centrodestra (dai conservatori ai liberali, dal cattolici alla destra sociale) da sottoporre all’opinione pubblica e ai partiti. La fondazione Tatarella potrebbe favorirne la realizzazione, specie aggregando le varie realtà del sud.
Oggi il centrodestra dovrebbe ripartire dalla lezione e dagli insegnamenti di Tatarella per dare vita a una destra forte e unita. Una destra che sia rispettabile e rispettata e che possa tornare a governare il Paese.
L’auspicio, in vista delle elezioni politiche del 4 marzo, è proprio questo: programmi condivisi e unità a tutti i livelli, solo così si potrà vincere.
(Nella foto: Giuseppe Vacca, Francesco Giubilei, Fabrizio Tatarella, Antonio Di Staso e Giuseppe Parlato alla conferenza stampa della Fondazione Tatarella alla Camera dei deputati)