Circa 100 miliardi di nove anni, 12,3 solo nel 2017. È una vera e propria montagna di soldi quella che l’Ue gira da due lustri a questa parte all’Italia tramite la Bei, la Banca europea per gli investimenti. Concepita per finanziare piccole e grandi infrastrutture europee, dai trasporti ai servizi essenziali, come l’acqua, attraverso il braccio operativo del Fei, il Fondo Ue per gli investimenti, che a sua volta poggia sul Piano Juncker, operativo dal 2015. Il punto sui flussi di denaro dirottati dalla Bei in Italia è stato fatto questa mattina a Roma, dal vicepresidente Bei, Dario Scannapieco (nella foto), accompagnato per l’occasione dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan.
PRIMATISTA DI FINANZIAMENTI
Il meccanismo è semplice. Si individua un progetto, lo si sottopone alla valutazione della Bei e si sblocca il finanziamento, il cui importo rispetto al valore complessivo dell’investimento è variabile. Fatta questa premessa, la novità più importante è che ad oggi l’Italia è il Paese membro che riceve più risorse in assoluto dalla Bei, battendo sul campo Francia e Germania. Per la precisione, lo scorso anno, il Paese è stato il primo Stato beneficiario in Europa con 12,3 miliardi di euro di nuova finanza erogata a 119 progetti, in crescita del 10% rispetto al 2016, pari allo 0,6% del pil. Di più. Negli ultimi dieci anni, dal 2008 al 2017 i finanziamenti Bei destinati a Roma hanno raggiunto quota 100 miliardi di nuova finanza. Risorse che hanno sostenuto investimenti del valore di oltre 270 miliardi, di cui 37,2 attivati grazie al Piano Juncker.
OBIETTIVO PMI
In tutto i 12,3 miliardi di nuovi finanziamenti mobilitati hanno permesso di sostenere investimenti complessivi per 41 miliardi che hanno coinvolto non poco le piccole e medie imprese e la relativa forza lavoro. Nel dettaglio, 39.700 pmi e 542.500 relativi posti di lavoro. Negli ultimi dieci anni invece 39,4 miliardi di prestiti e garanzie hanno sostenuto 210 mila pmi e oltre 6 milioni di posti di lavoro in Italia.
DALLA PUGLIA AL VENETO
In merito ai progetti sostenuti grazie ai fondi Bei, ci sono per esempio 200 milioni destinati all’Acquedotto Pugliese, storica infrastruttura del Mezzogiorno, al fine di ridurne il tasso di dispersione idrica. Oppure una settantina di milioni per la nuova cittadella della Salute a Treviso. Fino al miliardo di euro ad Enel per l’installazione dei contatori intelligenti e 2 miliardi in favore delle popolazioni terremotate nel Centro Italia.