Dopo Bolzano, sarà Roma a ospitare una stazione di rifornimento per i veicoli a idrogeno: realizzata presso l’area di servizio Eni “Magliana nord”, all’incrocio tra il Gra (Grande raccordo anulare) e la Roma-Fiumicino, servirà ad alimentare i primi 5 bus con fuel cell che, nella prima fase, verranno sperimentati sulla tratta da e per l’aeroporto Leonardo da Vinci.
IL PROGRAMMA EUROPEO
Il progetto è stato approvato da Bruxelles nell’ambito del programma 3Emotion(Environmentally friendly efficient electric motion) al quale, insieme alla Capitale, aderiscono altre 5 città europee: Aalborg per la Danimarca, Versailles e Pou (Francia), Londra (Inghilterra) e Rotterdam (Olanda). L’iniziativa è finanziata dall’Unione europea, e per quanto riguarda Roma, anche dalla Regione Lazio che ha messo a disposizione quasi 2 milioni di euro per l’acquisto dei nuovi bus da parte di Atac da impiegare nei servizi di trasporto pubblico.
ROMA CITTÀ LABORATORIO
Oltre alla Regione e all’azienda romana dei trasporti, aderiscono al consorzio italiano 3Emotion, Enea e Cirps (Centro interuniversitario di ricerca per lo sviluppo Sostenibile dell’università La Sapienza) con il compito di progettare, realizzare e gestire la nuova stazione di rifornimento. “Obiettivo del progetto”, ci spiega Giulia Monteleone, ricercatrice e responsabile del gruppo di lavoro di Enea, “è dimostrare che l’Italia è pronta alla sfida dell’idrogeno, partendo dalla Capitale”.
L’INCOGNITA ATAC
C’è l’ok di Bruxelles, ci sono le risorse e il gruppo di tecnici e ricercatori che si occuperanno del progetto, ma l’avvio della sperimentazione, che dovrà svolgersi nell’arco di 3 anni e mezzo, dipende dal destino di Atac: o meglio, da come si pronunceranno i giudici in merito al piano industriale e al concordato preventivo a cui è appeso il futuro dell’azienda. Un responso che dovrebbe arrivare la fine di gennaio. Prima di allora, ci dice la ricercatrice dell’Enea, anche se il bando è già pronto, Atac non potrà indire alcuna gara per la fornitura dei 5 autobus.
OCCASIONE DA NON PERDERE
“E così, per ora, siamo bloccati”, sottolinea Giulia Monteleone, “ma se non giochiamo questa sfida, rischiamo di rimanere fuori dall’Europa. Viceversa, il progetto 3Emotion permetterebbe a Roma, e all’Italia, di partecipare alla realizzazione progressiva dell’infrastruttura europea per la mobilità alternativa e sostenibile che, al momento, coinvolge solo i Paesi oltralpe, ad eccezione del centro di Bolzano”.
“Sarebbe un peccato sprecare questa occasione”, conclude la ricercatrice, “la nostra è una tecnologia all’avanguardia, consolidata, sicura e pulita al 100%: per produrre l’idrogeno useremo energia solare e, quindi, le uniche emissioni che emetteranno i nuovi autobus saranno innocuo vapore acqueo”.
(Articolo pubblicato su l’Automobile, la testata diretta da Alessandro Marchetti Tricamo ed edita da ACI)