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I pendolari votano, ma nessuno se li fila

In questo paese si muore su un treno che da Cremona va a Milano, la città più ricca, forte e moderna d’Italia, in una mattina di gennaio. Certo, la vita è anche sfortuna, destino, casualità.

Ma rimane il fatto che questo incidente drammatico e angosciante emette una vibrazione sinistra (che però dovrà essere accertata dalla autorità competenti), una vibrazione che sa di materiale rotabile vecchio e sfruttato all’inverosimile, che sa di manutenzione un tanto al chilo (come forse finiremo per verificare anche per l’incidente della scorsa settimana che ha fatto quattro morti in un’impresa milanese di materiali ferrosi), che sa di treni strapieni nelle ore di punta con viaggiatori paganti costretti a stare in piedi per lunghi tragitti, il che produce ovvie diminuzioni della loro sicurezza in caso di brusca frenata o, peggio, in caso d’incidente.

Insomma c’è molto da fare per rendere davvero sicuro e moderno tutto ciò che ci circonda nei luoghi di lavoro, negli spazi comuni e nel sistema dei trasporti. Si dà il caso però che drammi individuali e collettivi come quello di oggi piombano nel bel mezzo di una campagna elettorale, nella quale un po’ tutti i protagonisti parlano di questo o quel progetto sventolando miliardi come fossero bandierine di stoffa.

Allora qui vale la pena ricordare che il mestiere della politica è innanzitutto quello di garantire buona e sana amministrazione, capace di fornire servizi nei tempi giusti, ai costi giusti e con la giusta qualità. Insomma non ci servono fenomeni, ci servono bravi governanti e bravi parlamentari animati innanzitutto da grande senso della realtà, cioè l’esatto contrario di quello che vediamo esibito quotidianamente nei talk televisivi e nelle pagine Facebook o Twitter.

Teniamolo a mente il 4 marzo: ci servono mediani e terzini, non fantasisti. Se poi salta fuori Maradona ben venga, ma che sia Maradona davvero.

E per tornare ai treni dev’essere ricordato un punto fondamentale. L’investimento fatto sull’alta velocità è uno dei migliori mai avvenuti nella storia della Repubblica insieme all’Autostrada del Sole (avremmo dovuto coordinarlo cambiando vocazione all’Alitalia, ma non l’abbiamo colpevolmente fatto) però abbiamo spesso lasciato il trasporto locale in condizioni pessime. Molti dei treni che entrano e escono dalle nostre città ogni giorno, Milano compresa, sono lì a dimostrarlo.

Ma, naturalmente, in campagna elettorale nessuno ne parla.


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