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Il testamento politico del governo Monti sull’Europa

L’Europa siamo noi, ma dobbiamo restare credibili e saper parlare con forza perché le nostre visioni e i nostri interessi siano rispettati, e per poter contribuire positivamente a orientare le politiche europee.

E’ il “testamento politico” sull’Europa del presidente del Consiglio, Mario Monti, le sue ultime frasi davanti alle telecamere e ai taccuini dei cronisti al termine della prima giornata di quello che probabilmente sarà stato il suo ultimo vertice Ue, ieri notte a Bruxelles.

Al termine di questo vertice Ue e riflettendo sul percorso di un anno e mezzo di governo, qual è il messaggio che lascia agli italiani? Il messaggio, ha risposto Monti, è che “l’Europa siamo noi, un noi più ampio. Per farsi ascoltare in Europa, per orientare le politiche europee nel senso della visione italiana dell’Europa e degli interessi dell’Italia, occorre essere creduti, rispettati, e parlare con forza”.

E nonostante la crescita di “posizioni populiste e anti europee”, l’Italia “ha potuto negli ultimi tempi spostare l’attenzione” delle politiche europee “dalla concentrazione quasi esclusiva sulla disciplina di bilancio alla crescita, anche se molto resta ancora da fare”. In questo senso, ha concluso Monti, a questo Consiglio europeo “abbiamo ottenuto qualcosa di importante”, con il riconoscimento della ‘priorità agli investimenti favorevoli alla crescita’ nelle conclusioni del vertice, e della possibilità di usare per ‘investimenti pubblici produttivi’ i margini esistenti nel Patto di stabilità.
Conclusioni per le quali “la voce italiana è stata determinante”.



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