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Caro Salvini, non giochiamo in difesa. Intervista al generale Camporini

BERLUSCONI, Salvini

“La nostra appartenenza alla Nato può metterla in discussione solo chi non è a conoscenza di cosa significhi l’Alleanza”. Il generale Vincenzo Camporini, ex capo di stato maggiore della Difesa e oggi candidato con la lista di Emma Bonino +Europa, risponde alla sortita del leader del Carroccio.

LA POLEMICA SULL’ALLEANZA ATLANTICA

Matteo Salvini, nei giorni scorsi, aveva parlato del rapporto tra il nostro Paese e l’Alleanza atlantica: “La Nato è un’alleanza da mantenere, ma le basi italiane e le servitù in Sardegna vanno ricontrattate”. Vincenzo Camporini, attualmente vice direttore dell’Istituto Affari Internazionali e senior expert group (SEG) della Nato, non è d’accordo con il segretario della Lega Nord. “Le servitù in Sardegna hanno poco a che fare con la Nato, ma sono servitù che riguardano le Forze armate italiane – ha spiegato il candidato di +Europa – per quanto concerne invece le basi Nato in Italia (come ad esempio Aviano e Sigonella) su questo non bisogna mai abbassare la guardia, perché il mantenimento della sovranità nazionale in questi luoghi deve essere considerato assolutamente prioritario. In passato, le circostanze storiche qualche volta ci hanno indotto a sottoscrivere accordi che non consentivano all’Italia quel controllo puntuale delle attività che invece fa parte della sua sovranità nazionale”.

IL PERCHÉ DELLA SUA CANDIDATURA

“Non voglio fare la figura dell’idealista, però credo che chi ha capacità e competenza abbia il dovere di contribuire al futuro di questo Paese – ha detto Vincenzo Camporini, ragionando sulla sua candidatura – visto il panorama politico nazionale, soprattutto nel settore della sicurezza e della difesa, credo di poter dare ancora un contributo, con la consapevolezza che parlare oggi di Paese singolo è come parlare di nulla, mentre essere inglobati in una realtà più ampia come l’Unione europea ci dà voce in capitolo e la capacità di decidere anche i nostri interessi”.

IL PROSSIMO PARLAMENTO E L’INTEGRAZIONE INDUSTRIALE

Ma quali saranno i temi più caldi che il prossimo Parlamento si troverà sul tavolo? Camporini non ha dubbi: “Tra i dossier oggi aperti e che in un prossimo futuro andranno affrontati c’è sicuramente la necessità di riuscire a favorire una progressiva integrazione delle nostre capacità industriali per garantire una possibile base fisiologica che consenta all’Europa l’indipendenza tecnologica”. “Su alcune tecnologie l’Europa non si sta impegnando e rischiamo di rimanere indietro – ha spiegato il generale – un esempio banale è sicuramente il volo ipersonico, che ormai sta diventando una realtà in Cina, negli Stati Uniti e in Russia. In Europa non si fa assolutamente nulla. L’integrazione delle capacità industriali per mantenere un livello tecnologico adeguato credo sia un task estremamente importante per il prossimo governo”.



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