Skip to main content

Il Kebab di maiale che fa infuriare i musulmani

L’autorità per la sicurezza alimentare norvegese, Mattilsyn, ha annunciato che farà causa a un produttore di carne industriale dopo avere scoperto importanti tracce di maiale in prodotti che dovevano essere “halal”, cioè destinati ai consumatori musulmani.
Nell’ambito dei controlli effettuati dopo lo scandalo della carne equina ritrovata in piatti pronti che dovevano contenere unicamente carne di manzo, Mattilsyn ha annunciato di avere individuato del maiale, in una proporzione compresa tra 5 e 30%, nella carne venduta come “halal” e commercializzata presso i venditori di Kebab.

“Faremo causa al produttore”, il gruppo norvegese Kuraas, ha indicato Catherine Signe Svindland, consigliere presso Mattilsyn. “In un prodotto halal, non dovrebbero esserci tracce di maiale, non pensiamo sia un incidente, ma una frode”, ha aggiunto.

Il produttore norvegese si è detto innocente e ha ritirato i lotti di carne incriminata: “Acquistiamo enormi quantità di carne halal e possiamo mostrare le fatture che corrispondono a ciò che abbiamo acquistato e venduto”, ha spiegato il responsabile del marketing, Kenneth Kuraas, secondo il quale le tracce di maiale riguardano una “defaillance della catena”.
Mattilsyn ha annunciato di avere trovato, inoltre, più del 60% di carne di maiale nella carne destinata alla pizza presentata come manzo e prodotta da un altro gruppo norvegese.

Ieri tracce di carne di maiale erano state individuate nelle salsicce di pollo halal servite nella mensa di una scuola elementare di Londra, vicino Westminster. Il cibo incriminato è stato portato subito via dalla scuola ed è stato chiesto alla ditta della mensa di non utilizzare più la carne del suo fornitore.

Le salsicce Halal, con carne macellata secondo la prescrizione islamica, sono servite in 15 scuole elementari, due asili nido e in qualche altra mensa scoalstica, riporta la Bbc, per un totale di circa 4.400 bambini. “Stiamo contattando le scuole, i genitori e i responsabili religiosi delle comunità per proporre un incontro”, spiega l’amministrazione scolastica.



×

Iscriviti alla newsletter